Diffamazione. Pm chiede 4 mesi di reclusione per Filippo Roma (Iene)

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L’inviato è stato querelato dalla casa editrice Cairo per aver sostenuto in tre servizi del 2013 che alcune interviste pubblicate su riviste del gruppo editoriale erano inventate

Il 22 gennaio 2016, il Pubblico ministero del Tribunale di Milano ha chiesto quattro mesi di reclusione per Filippo Roma, inviato del programma Le Iene, accusato di diffamazione nei confronti di Cairo Editore. La vicenda risale al 2013, quando tra gennaio e febbraio, la trasmissione di Italia 1 mandò in onda dei servizi, realizzati da Filippo Roma, che mettevano in dubbio la veridicità di alcune interviste a personaggi dello spettacolo pubblicate su Nuovo e Diva e Donna, riviste della casa editrice di Urbano Cairo.

“Sono convinto di aver fatto bene il mio lavoro, però aspetto la sentenza che dovrebbe arrivare a marzo”, ha commentato Filippo Roma con Ossigeno, che si è già occupato della vicenda nel 2014.

Con l’inviato, erano finiti a processo l’ex direttore di Italia 1 Luca Tiraboschi, per il quale è stata chiesta l’assoluzione, e l’autore e il regista del programma, Davide Parenti, per il quale il pubblico ministero ha chiesto 800 euro. Chiesti invece 600 euro per il cantante Gigi D’Alessio, per la moglie Anna Tatangelo e per la soubrette Eleonoire Casalegno, anche loro accusati di diffamazione perché dichiararono a Roma, nei servizi, che le loro interviste pubblicate dalle due riviste erano inventate. In realtà esistono le registrazioni delle loro affermazioni conservate negli ‘archivi’ dei due periodici.

Nella vicenda era stata coinvolta anche la showgirl Vanessa Incontrada, per la quale il Pm ha chiesto l’assoluzione. Un tweet della Incontrada, nel quale dichiarava di non aver fatto un’intervista pubblicata su Nuovo, diede lo spunto all’inviato.

RDM

Da ossigenoinformazione


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