Sull’Aurelia le schiave della nostra indifferenza

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D’estate faccio spesso la via Aurelia e anche a ferragosto le ragazze sono sempre là. Seminude come le vogliono i loro sfruttatori per attirare i clienti, sotto un ombra precaria per avere una tregua tra il calore del sole e quello dell’asfalto. Anch’io passo, guardo, m’intristisco, ma non faccio niente. Perché non si può fare nulla, dicono gli esperti, senza che siano le interessate a collaborare, accettando piani di recupero. Che non sempre vengono offerti, facilitati, finanziati.

Ma mentre passo sull’Aurelia non riesco a togliermi dalla testa che anche loro erano bambine con sogni, studentesse  con una vita grama ma dignitosa. Fino al giorno in cui hanno fatto l’imprudenza di fidarsi della persona sbagliata. Annegando nella violenza da dove non vedono più la luce. Ora sono schiave della nostra indifferenza, del perbenismo che pretende decoro, ma non dignità. Anche questi sono naufragi.

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