Mafia, processo Apocalisse: escluso Centro Pio La Torre: Vito Lo Monaco, “incomprensibile”

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In merito all’esclusione della costituzione di parte civile del Centro Pio La Torre dal procedimento cd operazione Apocalisse a seguito dell’ordinanza emessa dal Gup dott. Riggio il 25 Maggio scorso, il Presidente Vito Lo Monaco ha dichiarato: “Siamo addolorati da una decisione che, alla luce della trentennale storia e delle attività del Centro, appare incomprensibile. Il Centro Pio La Torre da circa dieci anni è presente in quasi tutti i processi aventi ad oggetto i reati di associazione mafiosa, estorsione e altri reati affini in tutto il territorio siciliano, la costituzione di parte civile è sempre stata ammessa ed è sempre stato riconosciuto soggetto danneggiato nelle relative Sentenze. Proprio per la sua peculiarità quale associazione antimafia a tutto tondo è, insieme a Libera di Don Ciotti, legittimato quale parte civile nel proc. cd “Trattativa Stato-mafia”. Nelle decine e decine di ordinanze ammissive della propria costituzione di parte civile – continua Lo Monaco – il Centro non ha mai subito limitazioni territoriali o per materia alla propria piena legittimazione che hanno, invece, riguardato altro tipo di associazioni. Quel che colpisce maggiormente è che, nella motivazione dell’esclusione, il Giudice, omettendo di considerare le attività antiracket e di tutela, supporto ed assistenza legale a Enti pubblici associazioni e persone fisiche svolte dal Centro, per le quali è iscritto al registro prefettizio delle associazioni antiracket, sminuisce l’importanza dell’attività antimafia svolta sul terreno sociale e culturale”.

“È, ormai, patrimonio comune che una reale ed efficace azione di contrasto al fenomeno mafioso  – conclude Lo Monaco – debba svolgersi prevalentemente in campo culturale e sociale e politico e di educazione alla coscienza critica antimafiosa soprattutto avendo come obiettivo le nuove generazioni; azione che il Centro svolge attraverso innumerevoli iniziative in tutto il territorio nazionale che hanno avuto i più ampi riconoscimenti ai più alti livelli istituzionali, per tutti si veda il riconoscimento e l’apprezzamento del Presidente della Repubblica appena il mese scorso.

Misconoscere questo aspetto, significa appiattirsi su un concetto di lotta alla mafia esclusivamente sul piano giudiziario o, peggio, a uso e consumo autoreferenziale di quella “antimafia di facciata” purtroppo tanto in voga ai giorni nostri”.


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