Kiev. giornalista romano in lista nera governo ucraino

0 0

Di Claudia Torrisi

Dopo cinque ore di fermo in aeroporto, a Franco Fracassi è stato comunicato di essere considerato “nemico del popolo ucraino”

Il giornalista romano Franco Fracassi è rimasto bloccato per alcune ore all’aeroporto di Kiev-Boryspil, il 1 maggio2015, senza poter entrare nel paese perché considerato a causa dei suoi articoli “nemico del popolo ucraino”.

Il cronista, tra i fondatori di Popoff Quotidiano e titolare della piccola casa di produzione cinematografica Telemaco, era arrivato in Ucraina invitato dal sindaco di Odessa per partecipare il giorno successivo a una manifestazione in ricordo delle vittime della strage dell’anno scorso al Palazzo dei sindacati.

“Appena arrivato al controllo passaporti mi hanno invitato a seguire un militare e ad accomodarmi in una stanzetta. Dopo circa mezzora mi hanno comunicato che non sarei mai entrato in Ucraina, che sarei stato espulso e che avrei dovuto prendere un volo la mattina successiva per rientrare a Roma”, racconta Fracassi a Ossigeno. Nel frattempo, il giornalista sarebbe dovuto rimanere in aeroporto, in una “stanza tutta vetri, circondata da militari che imbracciavano un mitra insieme ad altri nella stessa condizione: prostitute, trafficanti, criminali”. Mentre si trovava in aeroporto a Fracassi è stato comunicato il motivo del fermo. “Mi hanno detto che sono un nemico del popolo ucraino – racconta – Quando ho chiesto spiegazioni mi hanno risposto quasi stupiti. Era evidentemente a causa dei miei articoli (scritti su Popoff l’anno scorso ndr)”.

Il giornalista è stato trattenuto in tutto circa cinque ore, durante le quali si sono svolte lunghe trattative tra l’Ambasciata italiana e il governo ucraino. Dopo due ore e mezza è arrivato in aeroporto il console italiano Matteo Cristofaro. I militari, però, gli hanno impedito di incontrare Fracassi. “Il console era infuriato, è stata una violazione di qualsiasi diritto internazionale. L’unico posto in cui succede una cosa simile è Guantanamo”, spiega il giornalista, che è stato rilasciato solo “dopo forti pressioni esercitate dal nostro ambasciatore a Kiev, Fabrizio Romano, sul ministro dell’Interno ucraino”.

A quel punto, però, pur essendo libero di entrare nel paese, Fracassi ha deciso di ripartire verso l’Italia. “Mi è stato detto che sono stato inserito in una sorta di ‘lista nera’ del governo. Il console mi ha spiegato che chi si trova in questo elenco di solito o sparisce o muore e non si trovano mai i colpevoli. Ho seguito il consiglio che mi hanno dato in molti e sono andato via”, racconta il giornalista.

Numerosi media russi si sono occupati dell’episodio, mentre la stampa ucraina ha per lo più taciuto sull’accaduto. “Quasi per ovvi motivi in Russia sono diventato quasi un eroe. Anche molti altri giornali stranieri si sono occupati della mia vicenda”, spiega Fracassi, che sostiene che in Italia in pochi gli abbiano mostrato solidarietà. “Messaggi e articoli sono pervenuti solo da realtà non main stream e più marginali rispetto al mondo dell’informazione ufficiale. Anche le istituzioni della stampa hanno taciuto”, conclude.

da ossigenoinformazione.it


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21