Crolli e fiducia. Caffè del 14

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Viene giù tutto, il Fatto. #crollaItalia, Libero. “Calcinacci in testa a Renzi”, il Giornale. L’opposizione trae spunto dal soffitto di una scuola appena inaugurata a Ostuni che si è sbriciolato su 2 bambini (feriti) e ne fa la metafora dei crolli d’Italia: viadotti, pezzi di austrade, l’Anas intera, con le dimissioni del Presidente Ciucci, preso opportunamente di mira nell’ultima puntata di Report.

Sondaggio ingrato. L’ultimo, Emg per La7, rivela un calo dell’ 1,5% delle intenzioni di voto per il PD e dell’1% dei favori per Renzi. Appena un sintomo di malessere, ma si somma alla percezione di 8 italiani su 10 che le tasse stiano aumentando, ecco che il malessere può diventare sindrome da rigetto. Repubblica reagisce: “Fisco, basta blitz e più controlli bancari. Inps, cambia la Fornero! Pensioni flessibili e assegni pagati il primo del mese”.Il governo lavora, dunque per il bene comune e l’Italia muove nella giusta direzione.

Ma i gufi gufano. E questa volta si tratta di osservatori autorevoli e ascoltati da imprenditori e banchieri. Federico Fubini intervista, per Repubblica, Lorenzo Codogno, London School of Economics e fino a ieri capo-economista del Tesoro: “L’Italia sta pericolosamente camminando su un filo”. La riduzione del debito prevista dal DEF non è affatto assicurata e “c’è la chiara percezione che il governo sia a corto di modi semplici di tagliare la spesa corrente”. Sul Sole24Ore Fabrizio Fourquet definisce “il tesoretto, solo un’arma di distrazione di massa”. I conti del governo sarebbero “virtuali”, ci aspettano lacrime e sangue e un’Europa in futuro non comprensiva.

La mossa del cavallo resta l’Italicum. Infatti la destra, con Forza Italia lacerata, Alfano irrilevante e le nudità del Salvini, non può sperare di unirsi e battere Renzi. Mentre Grillo, che sbianchetta “il principale avversario” e accusa di mercimonio i dissidenti, non può sognare di prevalere al ballottaggio. Dunque l’Italicum è la volta su cui si fonda il renzismo. Lo sa Napolitano: “non disfate quanto costruito”, ammonisce. E Stefano Ceccanti https://stefanoceccanti.wordpress.com/2015/04/13/michele-nicoletti-su-il-margine-a-difesa-dellitalicum/ … mette in rete un’accorata difesa della legge in vista del confronto con le minoranze Pd fissato per domani alla Camera.

Mezze verità, menzogna somma. L’autore del saggio ceccantiano, Michele Nicoletti, sostiene che grazie  all’Italicum “il popolo sovrano” sceglierà il governo,senza margini d’errore. Vero! Sostiene che con il premio previsto, la distorsione maggioritaria sarà meno forte di quella possibile con il Mattarellum, qualora il Pd prendesse il 40% delle Europee. Possibile, ma con il Mattarellun gli elettori si sceglievano gli eletti, con l’Italicum regaleranno 130 deputati al premier vincitori: non è la stessa cosa. Afferma che da anni il sistema italiano si orienta verso il premierato (vero!) e che tale sistema sarebbe da preferirsi al presidenzialismo in quanto lascia formalmente intatti i poteri del Presidente e del Parlamento. Ipocrita e falso. Perchè ogni sistema presidenziale si sforza di indicare qualche contrappeso, di promuovere contropoteri che limitino la dittatura del capo, l’Italicum no, preferisce mettere in sonno Presidente e Parlamento. Rende pleonastica la Costituzione, tecnicamente un colpo di stato democratico. Infine sostiene che sia giusto togliere ai partiti il potere di coalizzarsi (lo hanno usato male) ma lascia ai restare ai partiti il potere di selezionare i rappresentanti del popolo.Contraddittorio.

Ripeto: con l’Italicum il Parlamento consegna ogni potere al premier. E dopo l’apprendista stregone (Renzi) verrà il peggio.

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