Giornalismo sotto attacco in Italia

Ruooo-ta-reee… Oh, Oh

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Ruotare per non rubare. Sembra questa l’ultima novità anti-corruzione, che dovrebbe debellare il malaffare nella dirigenza pubblica. Non mi convince. Perché conosco onesti dirigenti che non ruberebbero mai. Così come sono convinto che i disonesti sono in grado di ricreare il loro losco giro di scambi anche nei nuovi posti di comando dove dovessero essere “ruotati”.

Se le regole di condotta fossero ferree e trasparenti, i controlli indipendenti ed efficaci, la rotazione degli incarichi avrebbe il solo scopo di mettere le persone con adeguata esperienza nei posti dove meglio possono esprimerla.
Ma siamo in Italia, il paese dei tagli lineari, dei premi di produzione a pioggia, degli scatti di carriera automatici, cioè del rifiuto della fatica di valutare caso per caso. Perché nessuno si fida dell’imparzialità del valutatore e perché manca la cultura della responsabilità, quella che riconosce merito e demerito.
Ottimo sistema per demotivare chi s’impegna ed è corretto e coprire chi ozia ed è corrotto.

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