Una minoranza “maggiorata” sta cambiando la Costituzione in solitudine.

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Il cortocircuito tra sistema maggioritario e modifica della Costituzione sta diventando sempre più palese. Con il premio di maggioranza, una minoranza “maggiorata” sta cambiando la Costituzione in solitudine.

Non solo, ma sta elidendo la separazione dei poteri, a vantaggio e sotto dettatura  dell’Esecutivo. Una concentrazione di potere che mina l’autonomia del Parlamento su più fronti: il suo indebolimento strutturale, con il declassamento del Senato; la composizione  dei parlamentari con la selezione dei “fedeli” nominati dal segretario del partito; e infine con procedure ad “alta velocità” per provvedimenti legislativi del Governo, ritenuti prioritari rispetto a quelli del Parlamento.
Quando si parla di equilibrio tra Governo e Parlamento, in una democrazia sana s’intende il giusto rapporto tra partiti che formano il Governo e il controllo del Parlamento. Dove chi entra perde il vincolo del partito e assume la rappresentanza di tutti i cittadini. Con la nuova legge elettorale (Italicum) questo controllo democratico – essenza della sovranità popolare – viene stravolto. E si afferma il vincolo di mandato, con il vincolo di nomina dei candidati.
Questo ictus interrompe l’ossigenazione del potere con la rappresentanza.
I segni di necrosi sono già evidenti: seggi vuoti per la frustrazione degli astensionisti; Parlamento vuoto, per la frustrazione delle minoranze. Tutto questo è molto pericoloso. Perché chi si sente impotente, sarà il primo a sostenere l’ascesa di un prepotente.

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