Tregua o quasi.Caffè del 12

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Speranzoso il Corriere pubblica la foto di Putin che stringe la mano di Poroshenko sotto gli occhi di Merkel e Hollande. Si è trattato tutta la notte per la tregua in Ucraina, alla fine – poco fa – si è ottenuto un cessate il fuoco temporaneo. Meglio che niente. Obama intanto ha chiesto “poteri di guerra” contro la Stato Islamico ma spera che “l’intervento di terra sia inutile – perché dice – l’Isis sta perdendo”. Speriamo.

Repubblica: “Migranti, vergogna infinita”. I morti nel canale di Sicilia non sono 29 ma più di 300. “Tragedia immane” – dice Mattarella – che mette sotto accusa – scrive Repubblica – il piano europeo Triton e fa rimpiangere Mare Nostrum. Renzi ora promette di chiedere “a Bruxelles un impegno maggiore”. “Guerra nostra”, titola il manifesto, “Strage in mare, lite sui soccorsi”, Corriere. Io sono con il Papa.

Di Grecia non si parla nelle prime pagine. A parte una vignetta di Giannielli “Armi per dissuadere Putin? – dice Merkel a Hollande – Sarebbe meglio usarle per convincere Tsipras”. Oggi Alexis dovrebbe sedersi allo stesso tavolo di Angela: il tempo stringe e la Grecia non può essere umiliata. Ne va del futuro d’Europa. Il rigore tedesco porterebbe presto a un divorzio con le opinioni pubbliche di Spagna, Italia e Francia, lasciando che prevalgano fazioni e pulsioni anti Euro e anti Europa. Al contrario oggi Podemos e Syriza chiedono più Europa, ma un ‘Europa democratica e solidale.

Il Berlusconi mi sembra ormai evidente. I giornali raccontano come egli speri di poter giocare con Salvini (in vista delle regionali) ma senza rompere con Renzi (nell’interesse delle leggi che lo favoriscano) e di tornare “in campo” già a marzo per federare una destra (che lui immagina ringalluzzita). Invece ogni giorno si perde un pezzo “Aut aut di Berlusconi a Fitto – scrive il Corriere – Lui, che fai, mi cacci?”. “Per salvare la destra il re deve abdicare”, scrive Marcello Veneziani. Ha ragione. Di una destra repubblicana ci sarebbe bisogno, anche per correggere, insieme a una sinistra possibile, le riforme volute da Renzi “troppo in fretta”, come ammette anche De Siervo, che di Matteo è stato professore.

Sabino Cassese spiega perché non si debba temere una deriva autoritaria. Ci sono ancora contro poteri, c’è l’Europa, e un sentimento costituzionale – scrive sul Corriere – molto diffuso nella pubblica opinione. Neanch’io temo, dopo l’elezione di Sergio Mattarella. Al contrario nutro una ragionevole fiducia che le leggi sgangherate – una riforma che trasforma il Senato in puro strumento di pressione delle Regioni e alimenterà un contenzioso con lo Stato peggiore di quello a cui si vuol porre rimedio, una Riforma Elettorale che usa premio di maggioranza e doppio turno per eleggere un solo uomo al comando e a lui affida il pieno controllo del Parlamento – saranno modificabili (migliorabili?) sotto l’arbitrato vigile del Presidente della Repubblica. Certo sarebbe meglio che la minoranza Pd la smettesse di nasconderi dietro la sola questione delle preferenze!

Infine il Fatto – titolo “La bomba delle banche”- pone una questione assai seria. “Perquisizioni a Ubi, L’accusa è di aver fatto firmare deleghe in bianco ai clienti. Bankitalia commissaria la Popolare dell’Etruria di cui il ministro Boschi è azionista e suo padre vicepresidente: ha 2 miliardi di sofferenze. Rialzi anomali in Borsa nei giorni precedenti al provvedimento del governo che trasforma le Popolari in Spa. Profitti sospetti per 10 milioni di euro”. Attenzione!

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