ROMA – Ormai è scontro aperto all’intenro del partito Democratico tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi.
L’ex segretario ha annunciato ieri che diserterà l’incontro di oggi organizzato dal premier che prevede 4 ore di confronto su Rai, fisco, scuola e ambiente. Ma Bersani non sarà l’unico a mancare all’appuntamento. Molti esponenti della minoranza hanno infatti seguito le sue orme, puntualizzando che non hanno intenzione di farsi prendere in giro ancora come avvenuto per il Jobs act.
Renzi, dal canto suo, replica puntualizzando che tutte le decisioni del partito sono state e vengono votate all’interno degli organismi di partito. Insomma l’ex sindaco di Firenze fa intendere che la sua linea è quella del confronto e non dei caminetti ristretti del PD vecchia maniera.
Ma la strategia renziana sembra non convincere più. Lo spiega proprio il bersaniano Davide Zoggia: ”Parlare un’ora di fisco in quattrocento… Poniamo il caso che vogliono parlare tutti, come si fa in un’ora?”. E poi: ”Significa che non vuol discutere. Ora, io non contesto tanto che Renzi assuma un’iniziativa, ci mancherebbe: ci sono le iniziative parlamentari assunte dai capigruppo e quelle politiche assunte dai leader di partito. Ma se vuoi farlo, dedica il tempo necessario agli approfondimenti. E poi non si capisce
anche il fatto che la prima parte della lettera che lui ha mandato riguarda essenzialmente la riunione della corrente di mercoledì (quella di Delrio, ndr ). Se hai bisogno di stoppare le correnti, cosa legittima, coinvolgi e non metti in mezzo tutto, compresa questa storia della riunione del gruppo. Se la vuoi fare, falla bene, altrimenti corri il rischio di far irritare le persone”. E conclude: “Come minoranza, come Area riformista non è che abbiamo fatto chissà che. Non abbiamo fatto partire telefonate, per intendere.
Ognuno fa quello che vuole. Se è pieno non è che ce ne freghi, anzi va bene. Ma la mia sensazione è che la partecipazione sarà bassa”. Critiche sottili anche Pippo Civati che scherzosamente dice che oggi ha judo. Interviene sulla discussione anche di Gianni Cuperlo, il quale spiega che non andrà perché prima serve «un chiarimento sul rapporto tra governo e Parlamento», con una convocazione dei gruppi parlamentari per discuterne, «magari non in streaming».
Da dazebao.it