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Lampedusa. Due ong consegnano una lista di nomi di trafficanti di profughi alle Nazioni Unite e al Consiglio d’Europa

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“I profughi siriani che a bordo di vecchi e pericolosi barconi stracarichi tentano il viaggio dalle coste egiziane verso Lampedusa sono costretti a pagare da 10 a 15 mila euro a testa, perché i ‘viaggi della speranza’ sono gestiti dalle mafie internazionali”. Lo rivelano Hamdy Al-azazy (presidente dell’organizzazione a difesa dei rifugiati New Generation Foundation for Human Rights), Roberto Malini, Dario Picciau e Glenys Robinson (copresidenti del Gruppo EveryOne). Da alcuni anni il Gruppo EveryOne e New Generation Foundation for Human Rights sono impegnati contro la tratta di esseri umani che provengono da Eritrea, Etiopia, Sudan e altre nazioni africane.

L’impegno di queste due organizzazioni è stato fondamentale per ottenere l’intervento da parte dei governi di alcune nazioni coinvolte dai traffici e soprattutto per convincere le autorità egiziane a combattere il drammatico fenomeno dei rapimenti di profughi nel Sinai, imprigionati e torturati da bande organizzate di schiavisti per estorcere alle loro famiglie ingenti somme di denaro*. Grazie alla lunga esperienza nella lotta contro la tratta di esseri umani, in sinergia con le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa, le due organizzazioni umanitarie hanno redatto  attualmente una lista che comprende i nomi e le residenze di alcuni sospetti trafficanti attivi fra l’Eritrea, il Sudan, la Libia, l’Egitto, l’Italia e altre nazione europee.

“I nomi che abbiamo incluso nella lista derivano dalle testimonianze di centinaia di profughi che sono caduti nelle loro mani, per fuggire da conflitti, persecuzioni e carestie, verso Lampedusa e l’Europa,” spiegano gli attivisti. “Il traffico locale, che tiene sotto controllo i movimenti migratori, obbligando i profughi ad affidare le loro speranze ai ‘passeur’, è collegato alla criminalità organizzata internazionale. Alcuni dei piccoli boss del traffico segnalati nella nostra lista sono sospettati di rapimento di profughi a fine di estorsione, altri dell’organizzazione di pericolosi viaggi su barconi privi di sicurezza dalle coste del Nordafrica verso Lampedusa (Italia) e altre mete europee”. New Generation Foundation for Human Rights e il Gruppo EveryOne hanno trasmesso la lista dei sospetti trafficanti al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Zeid Ra’ad Al Hussein, all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres, allo Special Rapporteur delle Nazioni Unite sul Traffico di Persone Maria Grazia Giammarinaro e al Commissario del Consiglio d’Europa per i diritti umani Nils Muižnieks. Gli autori della lista sottolineano la necessità di un intervento urgente a difesa dei profughi africani che cadono nelle mani dei trafficanti e della criminalità organizzata.

“Quando New New Generation Foundation for Human Rights e il Gruppo EveryOne iniziarono a denunciare i traffici di migranti nel Sinai, le estorsioni, le torture, gli omicidi perpetrati contro di loro, la presenza di covi di trafficanti nei quali erano presenti vere e proprie prigioni e potenti arsenali, ” ricorda Roberto Malini, “i governi e le istituzioni internazionali esitarono ad agire. I dossier da noi forniti, le coordinate geografiche dei covi, le testimonianze delle vittime avrebbero consentito, al contrario, un intervento immediato. La lunga attesa costò molte violenze, molti abusi e molte vite umane. Quando il Gruppo EveryOne, fra il 2010 e il 2012, si è appellato all’Unione europea affinché venissero messe in atto misure di protezione e intervento urgente a difesa dei profughi che dall’Africa cercano rifugio in Italia e affrontano pericolosi viaggi in mare, ha ottenuto una risposta positiva da parte della Commissione europea**, ma successivamente le misure attuate non hanno corrisposto agli impegni da parte della Commissione ed EveryOne Group non è più stato consultato. Anche in questo caso, si sono perse centinaia di vite umane: una strage causata dalle lentezze burocratiche, dall’inadeguatezza dei programmi di soccorso in mare e dall’indifferenza. Una tragedia che poteva essere evitata. Nel frattempo i difensori dei diritti umani di Everyone Group e New Generation Foundation for Human Rights sono stati colpiti da gravi episodi di persecuzione e alcuni di loro stati costretti ad abbandonare i paesi in cui vivevano e operavano. Hamdy Al-azazy, la cui famiglia ha subito violenze e minacce, è stato costretto a chiedere asilo in Germania***, mentre Dario Picciau, io e altri giovani operatori umanitari di EveryOne Group siamo stati costretti a trasferirci a Malta dopo gravi e continui atti persecutori subiti a causa della nostra opera a difesa delle minoranze vulnerabili****. Nonostante il trasferimento, tuttavia, il nostro impegno civile e culturale a tutela dei diritti umani prosegue. Oggi chiediamo alle istituzioni cui è rivolto questo appello di agire con urgenza, affinché le autorità inizino ad effettuare serie indagini sui trafficanti di esseri umani, finalizzate a identificare nel suo complesso la rete criminale che specula sulla tragedia dei profughi, sottoponendoli a pesanti estorsioni e mettendo in pericolo le loro vite. Contemporaneamente, ribadiamo che è necessario creare un programma di supporto e intervento urgente per proteggere i viaggi dei profughi che fuggono da conflitti, persecuzioni e carestie, perché il valore della civiltà inizia proprio dalla volontà da parte delle istituzioni di proteggere i più deboli e garantire loro il diritto di sopravvivenza e la speranza di un futuro sicuro e sereno, in cui possano concretizzare i loro sogni, che sono i sogni di tutti gli esseri umani”. La lista che New Generation Foundation for Human Rights e il Gruppo EveryOne hanno consegnato alle summenzionate autorità internazionali comprende i nomi e le basi operative di 19 sospetti boss locali del traffico di esseri umani, con fotografie che ne ritraggono alcuni e tutte le informazioni utili per iniziare un’indagine finalizzata all’identificazione delle reti criminali locali e dei loro rapporti con le mafie internazionali, fra le quali gioca un ruolo di grande rilievo quella italiana.


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