“Dimenticare un mazzo di chiavi è amnesia, dimenticare un bambino è annullamento”. Intervista a Massimo Fagioli

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Parcheggiò l’auto di fronte al proprio luogo di lavoro, chiuse le portiere, entrò in ufficio. Quel giorno di giugno del 2013, Andrea Albanese dimenticò in auto il figlio Luca di 2 anni. Il bambino morì dopo otto ore chiuso in macchina, sotto il sole estivo di Piacenza. Circa due settimane fa il gip Elena Stoppini ha deciso per il proscioglimento di Albanese, ritenendolo incapace di intendere e volere. Le relazioni di psichiatri d’accusa e difesa sono concordi nel dire che Albanese era in preda a cosiddetta “amnesia dissociativa” quando lasciò il bimbo e andò a lavorare, anziché portarlo all’asilo. Ne parliamo con lo psichiatra Massimo Fagioli (nella foto).

Concorda con questa diagnosi?
Mi congratulo innanzitutto con i magistrati. Anche sulla questione matrimoni e adozioni omosessuali. Sono forse gli unici a capire che rispetto alla nascita umana non esiste maschio o femmina. Esiste solo la necessità di brave persone che riconoscano la nascita e accettino il bambino come essere umano. Cosa che spesso non succede nel caso di genitori eterosessuali, per via di una concezione religiosa che si intreccia col logos occidentale.
Anche nel caso di questa sentenza, i magistrati sono più avanti degli stessi psichiatri. Il termine amnesia dissociativa non dice tutta la verità, perché l’amnesia è una cosa molto normale, tutti noi ci dimentichiamo delle cose. Ma “dissociativa”, “dissociazione”, chiama schizofrenia. In questo caso parliamo invece di un uomo che svolge tranquillamente tutte le attività “normali” e materiali. Questi psichiatri fanno una diagnosi che oscilla tra termini che richiamano la normalità e termini che hanno a che fare con la malattia mentale manifesta, cosa che non riguarda Albanese.
I magistrati con la definizione “incapace di intendere e di volere” fanno dunque tutto quello che è nelle loro possibilità.
La poca profondità sta invece nella psichiatria che non offre loro nuovi termini. La coscienza di quest’uomo funziona senza problemi, è la mente senza coscienza che non funziona.
Importantissimo è distinguere – cosa che non è mai stata fatta – il ricordo cosciente dalla memoria senza coscienza.
L’amnesia è un difetto del ricordo cosciente, ma il difetto del ricordo cosciente, il cosiddetto scotoma, non si adatta a questo caso.
Dimenticarsi le chiavi o la borsa è una questione di rapporto con la realtà materiale, mentre la memoria indica il rapporto con la realtà umana. Laddove quest’ultimo rapporto fallisce, parliamo di malattia mentale. Dimenticare le chiavi è normale, dimenticare un bambino è malattia, è annullamento.
 
Solo nel pomeriggio ci si rese conto della tragedia: il bambino non era mai arrivato in asilo, purtroppo era ancora nell’auto parcheggiata e per lui non c’era più nulla da fare. Albanese ha poi scritto su Facebook: “La sentenza di non luogo a procedere nei miei confronti non è un successo per nessuno, se non per la giustizia e per la nostra battaglia per la diffusione dei sistemi anti abbandono”.
Questa degli allarmi è una soluzione “meccanica” e materiale; una soluzione che si usa per gli oggetti, applicata agli esseri umani. La pulsione di annullamento nei confronti di un bambino è anaffettività; anaffettività per la quale il bambino diventa come le chiavi della macchina e per la quale viene, appunto, annullata la sua realtà umana di bambino.
 
Albanese ha affermato: “Fino a poco più di un anno fa non sapevo nemmeno cosa fosse l’amnesia dissociativa, poi mi ha distrutto la vita. Ora sono qui a testimoniare che si tratta di una patologia più frequente di quanto si pensi, subdola, improvvisa e transitoria, il più delle volte innocua ma, in combinazione con molta sfortuna, pericolosissima. Spesso non ci si accorge di nulla finché non capita quando non deve capitare”. Albanese sembrerebbe ascrivere le ragioni di questa tragedia ad una sfortuna improvvisa contro cui non possiamo fare quasi nulla. Davvero queste tragedie potrebbero capitare a tutti?
Mi dispiace questa non è cosa che può capitare a tutti come vorrebbero dire, questa è malattia mentale, è annullamento del bambino in quanto essere umano.
Posso capire questa affermazione se fatta da Albanese, ma è grave che cose del genere vengano dette da psichiatri. Spesso si sente dire di persone apparentemente normalissime che improvvisamente uccidono moglie e figli. Si tratta di malattia grave che convive con una normalità di comportamenti. Perché non si tratta di malattia della coscienza, ma di malattia della mente senza coscienza.
Questo difetto della psichiatria è figlio della cultura secondo cui l’inconscio è inconoscibile. Saremmo insomma in un’ottica basagliana tutti “pazzi dentro”. Questo pensiero è a sua volta figlio del logos occidentale, secondo il quale l’identità umana si forma con la razionalità. E dunque il bambino, in quanto non ancora razionale, non è ancora umano.
Infine nel cristianesimo: lo scorso gennaio Papa Francesco ha affermato che “un bambino non battezzato non è lo stesso di un bambino battezzato”. Ci sarebbero insomma nascite diverse, non c’è affermazione più razzista di questa! Cristianesimo e logos occidentale ritengono che la nascita umana sia come quella animale, un fatto biologico puro e semplice. E questo Papa lo avevano persino candidato al Nobel per la Pace.
Per fortuna che il Nobel lo hanno dato a Malala, una ragazzina, del tutto umana.

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