Renzi va “in Onda” ma solo con i conduttori. I giornalisti fuori dalla porta

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Allora è proprio vero, al peggio non c’è mai fine. In questi mesi, ma anche prima non era molto meglio, gli “informatori” cioè quelli che una volta si chiamavano giornalisti,avevano un codice deontologico, il loro “ scopo” era quello di fornire conoscenza, di offrire una visione critica, nel senso esatto della parola, della realtà, gli informatori, dicevamo, si sono trasformati in megafoni del presidente del Consiglio. Bene, anzi male. Perché non bastavano i telegiornali, le interviste con domande prefabbricate,concordate, le aperture dei quotidiani. Caschi il mondo, morti a centinaia, tanti bambini, a Gaza, rivolte in Libia, persecuzioni dei cristiani in Iraq, a rischio in Siria i cooperanti italiani,la guerra in Mali, è Renzi che tiene la scena. Non bastavano neppure i talk show ed ecco la trovata geniale di “In Onda”: Alessandra Sardoni e Salvo Sottile, la coppia estiva di “ In Onda”, per mettere al riparo il presidente del Consiglio da giornalisti che potrebbero imbarazzarlo organizza una singolare trasmissione. Loro due , i conduttori, intervistano Matteo Renzi il quale accetta di buon grado, preferisce La 7 al Senato dove era atteso, una specie di morituri te salutant, e infligge una nuova umiliazione ai senatori. Ma solo Sandroni e Sottile gli fanno domande, si fa per dire perché parla sempre lui.   Sottile addirittura  fa una domanda che ha in sé anche la risposta quando gli chiede se è vero che è un uomo solo al comando, che vuol decidere tutto lui. Il giornalista, di lungo corso, pensava che Renzi confessasse, ma sì, sono il meglio? E il premier ha detto che lavora in un gruppo, un bel gruppo di giovani. Sandroni altra giornalista di provata capacità ha provato a fargli qualche domanda vera, si è preso quasi un rimbrotto ma non ha avuto risposta.

Niente confronto con altri giornalisti, meglio andare sul sicuro. Però i due conduttori hanno una “pensata” davvero geniale: se ne va Renbzi ed entrano in studio Marcello Sorgi editorialista  di La Stampa, Guido, Guido Gentili, editorialista del Sole 24 Ore e Marco Travaglio, condirettore del Fatto  quotidiano. Viene chiesto loro che pensano di quanto detto da Matteo Renzi, una sorta di intervista a distanza. Fanno del loro meglio ma avrebbero preferito poter rivolgere direttamente le domande al premier. Sussurrano i maligni che lo stesso Renzi abbia posto come condizione quella di non avere “ disturbatori” o gufi come dice lui. Ma non è finita  qui. C’è una parte terza, riguarda Fabrizio Corona, il carcere duro cui è stato condannato; viene intervistata la madre, presente con  due avvocati del figlio, viene letta una lettera, Travaglio spiega perché perlomeno venga concessa  a Corona una mini grazia in modo da non dover scontare la pena, tredici anni di carcere il 41 bis, quasi fosse un mafioso. Nel frattempo Gentili aveva lasciato In Onda, lui si occupa di economia, mentre era rimasto Sorgi ,in evidente disagio, a far compagnia a Travaglio.

Tutto questo trambusto per uno  0,6% in più negli ascolti di “In Onda”. Chissà che Renzi cominci a non tirare più. Dice un proverbio “ il troppo stroppia”.


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