FantRai: ecco le poltrone in bilico

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Giornale Radio e direttori dei Tg rischiano il posto. Viale Mazzini si allineerà al nuovo corso renziano?

Tutto tra lunedì e mercoledì? Tutto o anche niente. L’attesa è per il pre-consiglio della Rai di lunedì e il Consiglio di Amministrazione di mercoledì. Nell’attesa l’esercizio preferito (giochiamo anche noi) è quello che chiede il “fantarai” di Saxa Rubra con la ruota della fortuna che propone qualche solito noto, magari di ritorno.

Di certo c’è che il Direttore Generale, Luigi Gubitosi qualcosa e qualcuno vorrebbe cambiare. Il dubbio è se riuscirà a farlo. L’eventualità è che tutto quanto serva, semmai, a cominciare un percorso che si chiuderà un po’ più in là, quando al posto di Gubitosi ci sarà un altro perchè Gubitosi lo ritroveremo altrove. Fatte ora le cose potrebbero apparire dettate dal nuovo quadro politico, con nome e cognome dei “mandanti”e con Renzi al centro. Vale a Renzi? Lo vuole davvero? O forse è meglio per tutti rinviare il tanto al tradizionale giro di valzer che segue il rinnovo del governo del servizio pubblico.

Chi e cosa vorrebbe cambiare – se si procedesse ora – il direttore generale? Intanto, al Giornale Radio dove a dominare ci sono crisi d’ascolto e un consenso interno ad Antonio Preziosi mai così basso. Ulteriormente abbassato dai rumours che da tempo lo vedono in uscita, ora per una fantomatica radio europea che allo stato si è arenata in un pugno di dichiarazioni politiche di sostegno, dovute ma non convinte, ora per l’ufficio di corrispondenza di Bruxelles, eventualità vanificata dalla decisioni che si prendono alla spicciolata in questi giorni.

Sorgi al posto di Preziosi? Nome facile quello di Sorgi, anche se accompagnato da qualche difficoltà: è un esterno, ed è oneroso assai, è stato in Rai passando brevemente e distrattamente dal Gr per sedersi al Tg1. Esterno, costoso e con un precedente percorso Rai che non agevola la scelta. La verità pare invece un’altra: se Gubitosi avesse il “via libera”, probabilmente si muoverebbe diversamente, fedele all’idea di rigore economico che si è intestato, seppure con qualche piede in fallo.

Poi il Tg3, anche questo per i bassi ascolti e per il pesantissimo clima interno, caratterizzato da diverse fughe e qualche ricorso alla magistratura.  Clima non felice anche al Tg1 di Orfeo e risultati non inattaccabili. Orfeo ha visto tanta gente in uscita e non ha visto arrivare i numeri che chiede e qualche nome sul quale si è fissato. Il direttore del Tg1 soffre una minore attenzione rispetto, per dirne una, alla collega di Rainews.

E’vero, il quadro delle direzioni attuali sembra assai arretrato rispetto a quello che si è definito in politica. Con presenze appesantite dal ricordo di leader e schieramenti bocciati dall’evoluzione della politica, vedi il Tg3 che si spese tanto per Bersani quando Pierluigi si confrontò con Renzi, battendolo. E poi, sul groppone del Tg3 c’è l’ombra pesante di D’Alema. E si sa quanto Massimo sia distante dalla scala dei gradimenti del sindaco di Firenze. A proposito di ombre pesanti, pesantissima qualle di Berlusconi sul percorso e sull’oggi del direttore del GR, Preziosi. Quasi soffocante.

Delle mosse politiche del direttore del Tg2 difficile tenere il conto. Come difficile fare la sintesi delle fittissime pubbliche relazioni della direttora di Rainews, Monica Maggioni. Le cura h24 e la relazione che più conta è quella con il settimo piano di via Mazzini che al canale all news della direttora (che non ha smesso di puntare il Tg1) non ha lesinato mezzi, uomini e soldi. Tanti, rapportati ai risultati in termini di ascolto e qualità. Tutto o niente tra lunedì e mercoledì. Altrimenti ci sarà da attendere, ma non troppo, considerando il concetto di tempo che si impone in Rai.

Da voltapagina.it


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