Lampedusa. Informativa di Alfano alla Camera, il Pd insorge: “Balle”

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Non convince la ricostruzione dello scandalo dei trattamenti dei migranti nel centro di Lampedusa fatta dal ministro dell’Interno nell’informativa urgente alla Camera. Chaouki (Pd): “Ricostruzione dei fatti di Alfano è una balla colossale”. Beni (Pd): “Abolire Bossi-Fini e ripensare Cie e Cara”

ROMA – Le modalità dei migranti all’interno del centro di prima accoglienza di Lampedusa al centro dello scandalo creato dal video mandato in onda dal Tg2 alcuni giorni fa “sul piano umano sono inaccettabili”. Lo ha ribadito il ministro dell’Interno Angelino Alfano nell’informativa urgente alla Camera. “Il comportamento spersonalizzante, l’assenza di sensibilità e il disprezzo che si coglie per le esigenze di dignità e di riservatezza della persona e della sua integrità fisica – ha spiegato Alfano – hanno sollecitato la più giusta e ferma delle reazioni”. Secondo il ministro le immagini riguardavano “componenti, tutti di sesso maschile di un gruppo di 104 stranieri nei cui confronti erano stati diagnosticati sintomi di acariasi e ai quali era stata prescritta una precisa profilassi. Nella relazione presentata dal presidente del consorzio che ha in gestione il Centro viene riferito che ai fini del trattamento sarebbe stato individuato uno schema operativo secondo il quale l’ospite veniva fatto entrare in una cabina di legno all’interno della quale, liberatosi degli indumenti, sarebbe stato sottoposto a osservazione medica e al conseguente intervento di profilassi, consistente nel cospargere una apposita soluzione disinfettante”. Secondo Alfano, “stando a tale ricostruzione alcuni stranieri, spazientiti per la lunghezza delle operazioni avrebbero cominciato a denudarsi all’esterno della cabina e quindi all’aperto, e a questo punto il disinfettante sarebbe stato cosparso utilizzando una pompa”.

Secondo il ministro, “da tempo è stato adottato un preciso protocollo di approccio al migrante che vige per tutti i Centri e che contempla puntuali prescrizioni sanitarie e di profilassi: ciascuna persona all’arrivo è sottoposta ad un esame sanitario preliminare per accertarne le condizioni di salute ed intervenire adeguatamente in caso di eventuali patologie. Questo deve rassicurare circa il fatto che Lampedusa, nonostante quanto di gravissimo accaduto, non rappresenta una zona franca in cui si calpestano impunemente i più elementari diritti della persona”. All’informativa del ministro non sono mancate le repliche del Partito democratico. Per il deputato del Pd, Khalid Chaouki. “La ricostruzione fatta dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, in merito alle immagini vergognose di Lampedusa, secondo cui i migranti spazientiti hanno cominciato a denudarsi all’aperto ci appare come una balla colossale e una presa in giro nei confronti dei milioni di persone che in tutto il mondo hanno visto quelle immagini“. Per Chaouki, è “fondamentale e urgente accertare la verità e per questo motivo mi recherò a Lampedusa a nome dell’Intergruppo parlamentare sull’immigrazione per ascoltare direttamente la versione dei profughi, portare loro la nostra solidarietà e verificare le attuali condizioni in cui versa il centro di accoglienza. Dal ministro Alfano abbiamo ascoltato l’ennesima serie di parole e promesse, mentre ora servono fatti concreti per cui continueremo a batterci dentro e fuori dal Parlamento”.

“Sarà difficile dimenticare le immagini del Cie di Lampedusa in cui abbiamo visto una inaccettabile umiliazione di immigrati, nudi e indifesi – ha affermato Paolo Beni deputato del Pd, componente della commissione Esteri durante il dibattito sulla informativa del ministro -. Dopo questi episodi si impone un ripensamento radicale delle norme sui Centri di identificazione ed espulsione e dei Centri di accoglienza dei richiedenti asilo. Sono passati 4 anni dall’introduzione del reato di immigrazione clandestina e dal varo del “pacchetto sicurezza” del governo Berlusconi che non ha fermato il flusso di immigrati verso il nostro Paese. Lasciamoci alle spalle le ideologie e aboliamo subito la Bossi-Fini che ha creato un limbo giuridico che priva di diritti cittadini indifesi e spesso in fuga da guerre e persecuzioni politiche”. Per Beni, occorre “approvare rapidamente una buona legge sul diritto di asilo e superare il modello di queste grandi strutture di accoglienza, chiaramente fallimentare, e pensare ad una rete di accoglienze diffusa con piccoli gruppi di richiedenti asilo e profughi inseriti nelle comunità locali; così facendo si fa buona accoglienza e si evita il ripetersi di questi episodi. Dobbiamo anche ridurre il tempo di trattenimento e rivedere l’organizzazione dei Cie e dei Cara; sono cose che si possono fare subito a costo zero”. (ga)

Da redattoresociale.it


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