Il libro che non potrò leggere

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Caro Quirico, con tutto il rispetto e la stima avverto il bisogno di dirle che quel libro non lo leggerò: per il titolo.

di Riccardo Cristiano

Gentilissimo Domenico Quirico,
devo dirle che ho provato simpatia per lei anche mentre diceva cose che non condividevo nella maniera più assoluta. Non la conosco di persona, ma ho provato grande affetto, vicinanza, per lei come per la sua famiglia, che nei mesi del sequestro ho imparato a conoscere, a pensare di conoscere. Ho le mie idee, ovviamente, ma mi interessano di più quelle altrui, e mi interessano ancor di più gli sguardi, e il suo sguardo mi ha sempre detto qualcosa. E la sua vicenda pure…

Ora però esce un suo libro dal titolo “Il Paese del male”, un’idea che lei ha sovente esposto, spiegato, ribadito. E’ un titolo che non mi consentirà di leggere il suo diario di prigionia.

Leggo che in Siria ci sono sei milioni di senza fissa dimora, sei milioni di rifugiati interni. Leggo che in Siria c’è, o per meglio dire c’era, una bambina morta di fame, il padre l’ha salutata che non pesava neanche un chilo.

Il paese del male? No, “Il Paese sottoposto al Male…” Dai tempi in cui un certo Alois Brunner, nome di punta dei più orribili orrori hitleriani, solidarizzò con il presidente Assad e lo aiutò a costruire quella rete di intelligence che ancora oggi perseguita i siriani ( chissà il grande Primo Levi, che vedo citato in quarta di copertina, cosa ne penserà, del regime degli amici di Brunner…).

Vede, personalmente non credo che esista un paese che si possa definire così, “il paese del male”: ma le vorrei dire perché a mio avviso la rivoluzione siriana è stata una rivoluzione sfortunata: perché le abbiamo voltato le spalle, tutto qui. In Siria per me c’è una lotta di classe, e questo forse spiega perché noi l’abbiamo “tradita”. Ma questo con il suo libro non c’entra. O almeno credo, perché per via di quel titolo non potrò leggerlo.

Da ilmondodiannibale.it


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