Castelvetrano, guai a dire “antimafia”

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di Rino Giacalone

“Il vostro parlare sia sì, sì, no, no; il di più viene dal Maligno” (Matteo 5.37). Non c’è citazione più azzeccata rispetto a quello che in questi giorni è accaduto a Castelvetrano, in provincia di Trapani. Libera ha chiesto che il Comune riconoscesse l’eccezionalità dell’operato contro Cosa nostra da parte dell’ex prefetto Fulvio Sodano, con l’attribuzione della cittadinanza onoraria, sulla scia di quanto fatto già dalla stessa amministrazione per altri, come per l’allora capo della Polizia, prefetto Manganelli, di recente scomparso. Ma il sindaco Felice Errante ha scritto a Libera dicendo che per adesso non se ne fa nulla. Errante ha messo nero su bianco la sua risposta, suscitando sgomento e perplessità. “La richiesta è stata da me valutata attentamente al fine di assumere la decisione più giusta, atteso che le vicende processuali che vedono coinvolto, seppur nel ruolo di vittima, il prefetto Sodano sono ancora lontane dall’essere concluse…il conferimento della cittadinanza non riscontra consensi unanimi all’interno della maggioranza che sostiene questa amministrazione non già per la specchiata attività professionale del Dott. Fulvio Sodano,  non oggetto di discussione, bensì sulla opportunità del riconoscimento da parte della comunità castelvetranese”. Eppoi chiosa Errante: una proposta così “in un momento di alta tensione sociale”. Immaginiamo bene signorsindaco, il conferimento della cittadinanza onoraria al prefetto Sodano potrebbe provocare rivolte di piazza. No meglio lasciar perdere. Insomma un “no” il suo, ma a sorpresa il sindaco Errante non ci sta che alla sua lettera venga data questa lettura. Rispondendo alle domande di un cronista del portale Marsala.it, il primo cittadino di Castelvetrano ha dichiarato, in risposta anche all’invito di Libera ad essere più chiaro rispetto agli ostacoli politici dei quali lui stesso ha fatto cenno nella lettera: “Sarei tentato dal scusarmi con Sodano, se avessi davvero negato la cittadinanza onoraria come è stato asserito. Io non ho negato niente”.

E allora marcia indietro? L’ex prefetto avrà la cittadinanza onoraria di Castelvetrano? No niente affatto, Errante osserva ancora: “Purtroppo Sodano è oggetto di strumentalizzazioni da parte di qualcuno”. Sembra di sentir parlare l’allora sindaco di Trapani Girolamo Fazio. Stesse frasi. “Deve essere chiaro un dato….  Così come la mafia non può condizionare questo sindaco e questa amministrazione, neanche altri sono in condizione di imporre delle scelte e minacciare chissà quali reazioni se queste scelte non vengono condivise…Io non accetto ricatti da nessuna parte. Tento di fare il mio ruolo con la modestia e le capacità che ho, nel tentativo di fare la cosa giusta, la cosa più equilibrata in quel determinato momento storico. Tutto questo nel rispetto delle norme vigenti…Io stimo molto il Prefetto Sodano”. Si o no? Per adesso è “no” alla cittadinanza onoraria da conferire all’ex prefetto Sodano a Castelvetrano, solo che non lo si vuole dire. Ma è proprio qui che il “pensiero Errante” diventa più chiaro. E la politica come confronto finisce con lo scomparire. “Io non ho il carattere per fare polemiche, gli attacchi della stampa non mi fanno né caldo né freddo. Ho altri problemi a cui pensare. Dai migranti che sbarcano sulle nostre coste, il pagamento degli stipendi, difendermi da ogni infiltrazione illegale nella cosa pubblica, devo essere vigile, devo fare il mio dovere.  Non ritengo che il problema di Castelvetrano sia dare la cittadinanza onoraria a Fulvio Sodano o il diniego della stessa”.  Ma è alla fine dell’intervista che il sindaco Errante decide di dare il meglio di se. Ma lei si sente un sindaco antimafia? Così chiede il giornalista di Marsala.it: “ Non voglio essere etichettato come un sindaco antimafia.  Sono un sindaco che rispetta la legge, e basta”. A parte gli errori e le esagerazioni che il movimento antimafia può aver compiuto o compiere in buona fedeancora oggi, tutto comunque da dimostrare, non si rende certo un buon servizio a far passare il movimento antimafia come qualcosa di illegale. Sembra sentir parlare altri sindaci che nel trapanese erano burattini dei vari rais locali, ma a Castelvetrano non c’è nulla che possa far pensare ad una cosa di questo genere. Il sindaco Errante forse potrà essere la replica del sindaco Fazio, forse potrà sentirsi schiacciato dall’incombente figura del capo mafia latitante Matteo Messina Denaro che, indagini recenti, hanno dimostrato che a Castelvetrano ha comandato alla grande e comanda ancora in certi settori dell’economia, ma l’azione costante di denuncia del malaffare e del malaffare mafioso nel territorio del Belice da parte di Libera e di altri movimenti antimafia non deve essere considerato da Errante come una azione a lui contraria, semmai di appoggio, nonostante la sventurata uscita che ebbe all’inizio del suo mandato quando disse che Messina Denaro non è il primo dei problemi. Il sindaco Errante se ha davvero voglia di fare chiarezza deve semmai comprendere perché – come lui stesso ha detto – all’interno del Consiglio comunale, nel contesto della comunità castelvetranese, non c’è consenso sulla proposta di conferire la cittadinanza onoraria all’ex prefetto Sodano.

Ci permettiamo di dirgli che forse i suoi nemici stanno lì e noncertamente nell’antimafia. Sull’essere etichettato sindaco antimafia forse non sarebbe cosa migliore da meritare in una città dove parlare di Matteo Messina Denaro resta ancora oggi qualcosa di difficile da farsi ma dove grandi passi in avanti sono stati fatti, con i sequestri e le confische, con gli arresti dei favoreggiatori. Al sindaco Errante ricordiamo che proprio di recente magistrati della Procura di Palermo hanno detto che la latitanza di Matteo Messina Denaro è assicurata da personaggi insospettabili, personaggi ai quali ancora prima di Messina Denaro fa piacere sentir parlare dell’antimafia. Non dia loro perciò ragione di poter essere contenti. Lo correggiamo su un passaggio. Non ci sono vicende giudiziarie che riguardano l’ex prefetto Sodano, né come vittima né in altra veste, dunque non ha nulla da attendere su questo versante. C’era un contenzioso civile acceso dal senatore D’Alì contro Sodano e il giornalista Stefano Maria Bianchi che si è risolto con il giudice che ha dato torto al parlamentare. Altri procedimenti non ve ne sono, Sodano non è coinvolto in nulla di giudiziario. Per la sua vicenda nell’ambito del processo contro il senatore D’Alì (il trasferimento da Trapani, improvviso, nel 2003) il giudice ha individuato come parte lesa non lui ma il ministro degli Interni, ministro che non si è costituito come parte offesa. Il trasferimento di Sodano non ha offeso le alte sfere, ha offeso solo i cittadini onesti.

da liberainformazione.org


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