Il risveglio di Jo Condor! Caffè del 20/9

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Scrive, con amarezza, il Foglio: “Papa Francesco e i cari estinti. I valori non negoziabili, bandiera di due Papi, sono ormai lettera morta. Con l’intervista al giornale dei gesuiti, il vescovo di Roma ribalta il paradigma cattolico ratzingeriano. Reazioni di sconcerto”. Il Papa prosegue nella sua rivoluzione che lo porta a trasformare la Chiesa Curiale in un ospedale da campo dove si risanano antiche ferite, talvolta degenerate in cancrena. Bergoglio parla della donna, del rispetto che le si deve, anche quando avendo abortito, fosse venuta meno alla missione centrale che le affidava Wojtyla, quella di essere, come la Madonna, madre. Parla di omosessuali e del loro vissuto. Chiede che la Chiesa rinunci all’ingerenza spirituale nella vita delle persone. “Le parole rivoluzionarie del Papa” titola il Corriere della Sera. “Divorziati e l’aborto, l’abbraccio di Francesco”, Repubblica resta alla cronaca.

Il Papa porta nelle nostre case il vento della rivoluzione che soffia sul mondo contemporaneo. Cambiano le condizioni di vita di miliardi di persone, il modo di pensare, le idee, cambia il rapporto tra i sessi, la percezione del rapporto tra uomo e natura, cambia il logos, cioè il racconto. Ma attenzione, perché logos è anche Dio. E non c’è niente di blasfemo in quel che scrivo, perché Dio è come lo percepiamo, come ne comprendiamo la parola, e noi cambiamo. Ma la rivoluzione fa paura. E nonostante questo Papa e nonostante la novità del dialogo che forse si sta avviando tra USA e Iran che, quello sì, potrà far cadere Assad e porre le basi di una soluzione di pace per la Siria, noi politici, giornalisti, noi presunte elites del Belpaese rimaniamo prigionieri dentro le mura del Palazzo, ostaggi del nostro passato

Oggi, non sono Jo Condor , alias Enrico Letta, si è svegliato: “Berlusconi non è un perseguitato”, ha detto e la Repubblica ci ha fatto il titolo grande. “Letta stoppa Berlusconi”, dice La Stampa. Ci voleva, bravo Enrico. Certo, forse, si poteva aggiungere che il non perseguitato è anche uno stalker di magistrati, dei cittadini che rispettano le leggi, del buon senso e persino del buon gusto. Ma questo potrebbe, forse dovrebbe, dircelo il Garante Supremo, di solito così solerte nel chiosare le cose della politica. Restiamo in attesa, viva e vibrante, of course!

A Roma si è inaugurato un nuovo mausoleo, la sede di Forza Italia, dove si offre all’adorazione dei sudditi il corpo del Re, irrigidito, imbalsamato in vita come Lenin dopo la morte e contro la sua volontà. Non è una notizia neppure per Il Giornale che titola contro Equitalia (e questa volta ha ragione) e dedica solo un’apertura imbarazzata e rimediata alla politica. “Letta fa il gradasso, ma Berlusconi avverte: si muova o sarà crisi”. Il Fatto si salva con le confidenze di Alfredo Pizzotti, detto “mummia” – è proprio un vizio -, 25 anni di servizio nell’anticamera del Caimano.” Parla il maggiordomo di B. Filo diretto con Napolitano”. Napolitano a parte il mummia non ci risparmia la leggenda dei tanti bigliettini, con numeri di telefono di giovani donne, che trovava ogni sera nelle scarpe con il tacco rialzato.

Putin: “se Berlusconi fosse stato gay nessuno lo avrebbe toccato”. Omofobia, solidarietà tra maschi che invecchiano – P è più giovane di B, ma non più giovane – e ormai non riescono a vedere più in là del loro malandato batacchio, il pregiudizio secondo cui gli italiani sarebbero ancora dei moralisti bacchettoni.  A Putin risponde Beppe Grillo, esercitandosi sul corpo della Boldrini: “oggetto di arredamento del potere” la ha definita. Certo, oggetto, un bell’oggetto da mostrare e dimenticare. E cosa mai altro può essere una donna? Ma dai, non cogli la sostanza, mi hanno scritto ieri via twitter, offensivo è pensare che non si possa criticare Laura Boldrini per via del suo genere, femminile. D’accordo, si può criticare la donna, la presidente della Camera, l’ex commissario ONU per i rifugiati. Ma come lo fai, il linguaggio che usi, dice quel che sei: un vecchio misogino, autoritario e intollerante che le donne le vorrebbe in porcellana, per dimenticarle sopra il camino di casa.

A proposito di rivoluzione (nella Chiesa), e di insulti alle donne (un po’ ovunque), ecco un brano del “pezzo” che Adriano Sofri scrive oggi su Repubblica, a proposito della novità e della modernità di un antico crimine che ora chiamiamo femminicidio. “Chi insiste sul femminicidio “endemico” – o sugli stupri o le botte tutti endemici – immagina solo la protrazione di un patriarcalismo arcaico. Non è così. Quel patriarcalismo non vuole cedere, ma perde terreno e libera via via le sue vittime, le donne ma anche i disgraziati uomini che perdendo la proprietà delle donne hanno un mondo da conquistare. C’è invece nel femminicidio contemporaneo qualcosa di interamente nuovo, perché nuova è la libertà che le donne rivendicano e a cui gli uomini devono adeguarsi, e rallegrarsene se ne sono capaci, o rassegnarsi se non altro, e troppo spesso non si abituano né si rassegnano, e se ne vendicano. Non sono uomini all’antica: sono modernissimi uomini antichi, mortificati dalle libertà delle donne che  sentono come il frutto delle loro libertà”.

Oggi si apre l’assemblea nazionale del Partito Democratico. Dovrebbe dire l’ultima parola sui tempi e sulle modalità del congresso. Ma, al solito, il vero gruppo dirigente che non ha luogo per riunirsi, né istanza congressuale che lo rappresenti, non pare abbia trovato l’accordo preventivo e, dunque, non è detto che si possa discutere. Perciò trovo rivoluzionario un piccolo gesto di 6 iscritti. Sono Barca, Civati, Puppato, Casson, Serracchiani, Bettini. Invitano tutti a tesserarsi per dire la propria, per impedire che i capi cordata sequestrino le tessere a garanzia dei vecchi equilibri.

da corradinomineo.it


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