Ecce omo

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È sfortunato quel Paese che ha bisogno d’eroi, ma anche di leggi per specificare che le discriminazioni in spregio ai fondamentali principi d’uguaglianza di tutti gli esseri umani, richiamati in ogni Costituzione dalla Carta universale dei diritti umani, sono punibili… 

È passato alla Camera, seppur con un distinguo non da poco, il ddl contro l’omofobia. Tanto per cominciare già il termine è paradosso: fobia: panico/repulsione, omo:simile. Visto che tutto ciò che non è “uguale” a “noi” l’abbiamo sempre chiamato diverso (anche con ipocrisie che hanno toccato i picchi del ridicolo) il termine più appropriato semmai doveva essere “eterofobia”, per quanto “sessuofobia” a noi sarebbe parso il termine più corretto perché è la sessualità materia di legge non già il sesso (mantenuto dalla nascita o trasformato nel corso della vita) di ciascuno di noi. Infatti, noi donne portatrici di sesso “F” invece che di “M” ben sappiamo quante discriminazioni collezionammo e collezioniamo indipendentemente dalla nostra sessualità!

Dunque, entrando nella ratio legis che vieta la discriminazione sulla sessualità considerandola aggravante di reato e di pena, ci chiediamo dove stia la ratio nel non applicare tale aggravante alle “opinioni espresse all’interno d’organizzazioni di natura politica, culturale o religiosa”.

Abbiamo dunque da considerare costoro “omofobi diversamente abili”?


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