A Renzi piace Il partito “cool” (si pronuncia cul). Un autogol… Cuperlo: non serve un segretario divertente

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Il dibattito nel Pd si impenna in vista della assemblea nazionale che si terrà il 20 e 21 per decidere data e regole del congresso. Ancora non c’è accordo fra le varie correnti, a partire da quella che fa capo a Matteo Renzi il quale si batte il petto gridando che lui è contro le correnti e ne gestisce quella più organizzata. Il comitato ristretto non ha sciolto i nodi relativi al percorso, partire dai circoli degli iscritti per andare verso l’alto o, viceversa ,quando i congressi regionali, segretario e premier due figure diverse oppure no, chi vota alle primari. Ma il congresso di fatto è già partito con le feste democratiche molto seguite dai media. Tante interviste,dato per scontato che gli iscritti i militanti , non abbiano diritto di parola. Le interviste le conduce un giornalista, lui o lei,che fa le domande. Quando non sono concordate è già< uns uccesso Poi tutti a casa Se non è intervista è comizio, cosa che piace tanto a Matteo Renzi. Parla solo lui, uno scoppiettare di battute, la gente ride, si diverte Per questa “ caratteristica “ di fare battute,il sindaco di Firenze è un beniamino dei media.”Mentre lo ascolti hai già il titolo e il” pezzo” si legge divertendoci. Certo i media, a partire da Repubblica, non sostengono Renzi solo perché diverte. Su di lui fanno conto i “salotti buoni”, gruppi economici e finanziari, che hanno preso nelle mani la “ gestione “ della società, mentre la politica perdeva sempre più terreno, ai quali non piace un Pd che non dimentica le sue origini, essendo “ l’erede- scrive Alfredo Reichlin su L’Unità- delle storie secolari del socialismo e del cattolicesimo democratico”.

Reichlin: non si possono isolare le forze che vengono dalla storia del socialismo
Ancora: “Io non credo che il Pd possa avere un grande avvenire isolando le forze che vengono dalla lunga storia del socialismo” Questo è ol problema del Congresso che verrà. Se il<buon giorno si vede dal mattino sarà difficile che sia una assise in cui si discute di “ politica”. Le correnti si preparano a misurare le forze, alleanze, contro alleanze,, schermaglie sui media,, quando va bene perché a volte siamo allo scontro fra avversari e non fa “ compagni” si sarebbe detto una volta, ora non si sa come chiamarsi. In questa situazione Matteo Renzi sguazza. Per lui il congresso è un insieme di battute, a volte sembra fare concorrenza a Crozza. In pochi giorni, da questo punto di vista, ha ottenuto dei risultati eccezionali, battute a ripetizione. A volte però il troppo stroppia. E vai oltre. Lui che si diverte a umiliare gli altr, con una battuta, questa volta è al centro di battute, sarcasmo, ironia che circola su twitter e trova risposte salaci dagli altri candidati. Insomma non fa una bella figura. Vediamo il fatto. Incontra Veltroni per presentare un libro di un” veltroniano” ripete quello che, si dice, sia l’inizio del suo “manifesto” per il Congresso. “ Nel 2008- è scritto-nessuno ci prendeva in giro quando dicevamo che votavamo per il Pd, era cool, insomma andava di moda, era sexi, era fico o figo, era appassionato”. E così lo slogan della sua campagna per le primarie sarà “ voglio un partito cool”. Traduciamo . E’un modo di dire inglese: il<primo significato è “fresco”, in gego familiare si usa per indicare una persona o un oggetto considerato popolare, alla moda, “figo” insomma. Piccolo particolare . “Cool” in italiano si pronuncia” cul.” Le risate, i commenti, ironici è dir poco, si sprecano. Chi di battute ferisce, di battute perisce ci pare proprio <il caso di dire
Le battute del sindaco che non fanno più ridere
Lasciamo il “ cul” e veniamo a qualche altra battuta,. “ Sento dire che dobbiamo agganciare la ripresa- afferma-come se la ripresa fosse un autobus, ma la ripresa si costruisce non si aggancia”,. Ci scusi il Matteo, non ci fa ridere. Anzi. Ancora per ingraziarsi Veltroni ,l’autore del Lingotto, il teorico del “ partito leggero”,afferma: “ Non ci può essere un partito pesante che ottiene risultati leggeri”. Ricordiamo anche l’ormai famoso “ asfaltiamo il Pdl”. Ci fermiamo qui per non infierire. . Scendono in campo altri candidati alla segreteria del Pd. Pippo Civati – “Ho smesso di commentare gli slogan di Renzi- afferma-vorrei ogni tanto sentirlo parlare di politica, di questo Governo, di quanto debba durare, di quello che è successo a Taranto, del gruppo Riva”. Per quanto riguarda “l’asfalto” sottolinea che prima bisognerebbe individuare la strada”. Gianni Cuperlo, altro candidato alla segretaria, entra nel merito di quello che dovrebbe esser il congresso “Non sono convinto che serva scegliere il segretario più divertente, serve piuttosto scegliere una idea di Paese e di partito.. Noi abbiamo alle spalle anni che hanno accentuato le diseguaglianze in modo anche immorale. Renzi dice di volere un partito di amministratori e parlamentari, cioè di eletti. A me non convince. Io credo che serva un grande partito popolare che riparta dal territorio e dalla dimensione della rete. Solo un partito cosi concepito può alimentare scelte difficili ma giuste che un governo di centrosinistra deve assumere”.

“Non vorrei immagine caricaturale del nostro dibattito concluso dove c’è un candidato in campo che vuole tornare a vincere e tutti gli altri che vogliono andare a sbattere” Fabrizio Barca, un “ battitore libero” dice lui confermando che non intende candidarsi, ribadisce la sua convinzione che segretario e oremier sono due figure che devono rimanere diverse e a Renzi chiede: “ Il rinnovamento come lo vuol fare? Attraverso una gara di idee e persone per una nuova sinistra forte o calando dall’alto una nuova cordata? A questo non ho avuto ancora risposta”.


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