Mission: Impossible

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”Grazie Italia per aver accettato d’accogliere i 102 migranti salvati dal naufragio due giorni fa” così si rivolge al nostro governo Cecilia Malmstrom, commissario UE. Ha anche aggiunto che sarebbe ottimo se tutti i 28 stati membri e non solo sempre gli stesi, aiutassero in parti uguali: giusta e civile osservazione che richiede urgentissime trattative per organizzarci in tal senso. Nel caso specifico, infatti, è stato il nostro Paese a farsene carico perché s’è reso ben conto che la piccola Malta è ormai in tilt quanto a strutture d’accoglienza. Il nostro gesto dunque dimostra preziosa straordinarietà ed è quindi giusto riconoscerlo. Tuttavia la carta dei diritti universali contiene nulla di straordinario: i primi a doverlo sapere sono (tutti) gli Stati privilegiati dalla vita possibile e sostenibile.

Questi naufraghi salvati dalla motonave liberiana provengono dal Sudan e dall’Eritrea. Sono cittadini di terre, tra le troppe, dove si continua a morire perché nulla è più compatibile con la vita…

Noi possessori della vita (qualunque essa sia) abbiamo bisogno di sforzarci per comprenderne il significato. Chi sa dimostrarcelo, chi sa raccontarcelo, chi veramente ci sa insegnare che quegli uomini, donne, bambini sono esseri umani come noi, anzi potremmo proprio essere noi, si faccia avanti e metta a disposizione gli strumenti a disposizione per consegnarci la realtà, certo non il reality.

L’informazione (sana) può qualche volta rivelarsi una Mission (spesso anche impossible), ma sempre deve rivelarsi nell’impostazione che il Maestro Kapuściński c’insegnò: il cinico non è adatto a questo mestiere…


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