IndigneRai: “I dipendenti chiedono una nuova Rai”

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“Nel 2002, in piena invasione degli abusivi dell’etere, il Presidente della Repubblica di allora Carlo Azeglio Ciampi inviò, non un monito, ma un messaggio alle Camere, in cui avvertiva della necessità di una riforma del sistema radiotelevisivo. “Non c’è democrazia senza pluralismo e imparzialità dell’informazione”. Con queste parole il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conclude il primo messaggio alle Camere del suo settennato, rivolgendosi al Parlamento per chiedere quella che definisce “una legge di sistema” del settore delle telecomunicazioni che garantisca l’attuazione concreta dell’art. 21 della Costituzione”. Così scrive in una nota il Movimento Lavoratrici e Lavoratori Rai IndigneRai. “Sottolineò, con estrema efficacia, che il pluralismo non si può tradurre semplicemente come una “finta” concorrenza tra TV pubblica e TV privata e che lo sviluppo tecnologico, da solo, non garantisce libertà di informazione come l’essenza della Costituzione garantisce e prevede. Chi lavora in RAI ha il duplice ruolo di dipendente e cittadino, il che raddoppia la sofferenza e la preoccupazione nei confronti di un’azienda che si trascina giorno per giorno a testa china. La croce pesante dei partiti e dei conflitti di interessi non permettono di alzare lo sguardo al futuro. Conti gravemente in rosso, una dirigenza incastrata da vecchi e arrugginiti meccanismi spartitori e clientelari e un 2016 troppo vicino, ci inducono a produrre in fretta una riforma coraggiosa per difendere l’azienda dall’arrembaggio dei nuovi (vecchi) gruppi di potere”.
“Da diverso tempo, insieme al Move On Italia, noi del movimento INDIGNERAI chiediamo a tutte le forze politiche e a molti degli invitati al tavolo di lavoro di Articolo 21, che la bella proposta di TANA DE ZULUETA per una nuova RAI venga discussa quanto prima in Parlamento.

Nel consiglio degli audiovisivi, previsto dalla riforma, ci sarà posto anche per noi dipendenti, profondi conoscitori dell’azienda di cui sappiamo tutti i pregi (ormai pochi) e i molti difetti che vogliamo correggere.
Sappiamo come far risparmiare denaro pubblico, sappiamo come ottimizzare le risorse e sappiamo garantire la qualità del prodotto Rai.
Comunichiamo spesso con il DG Luigi Gubitosi che appare bloccato dai veri amministratori delegati: i partiti. Gli stessi che decidono quelle società di produzione e i collaboratori in grado di confezionare per anni gli stessi prodotti, che una volta si realizzavano internamente senza la dispersione clientelare di risorse pubbliche, le varie ENDEMOL, MAGNOLIA che ci fanno produrre palinsesti sempre meno innovativi…di fatto uno spot a favore dell’evasione del canone, che ormai ha raggiunto la soglia degli 800 mln di euro l’anno.
Sono passati 11 anni da quel messaggio così ispirato. Forse è giunta l’ora di tradurlo in pratica”.


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