Un fantasma a San Giovanni. Il caffè del 18 maggio

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Il governo ha prorogato la cassa integrazione in deroga. Provvedimento necessario, per non buttare nella disperazione un gran numero di operai senza lavoro né salario. Ha sospeso il pagamento dell’IMU per  prime case (non di pregio), terreni e fabbricati agricoli. Provvedimento utile, per lasciare qualche euro in tasca a molti potenziali consumatori.

Bene. Ma servirebbe un’idea generale per difendere il lavoro e crearne di nuovo, ci vorrebbero una strategia e una tattica per far valere le nostre ragioni in Europa, e una riforma fiscale che costringa a contribuire chi evade o elude le tasse. Letta, Saccomanni, il nuovo acquisto Franco, ci stanno lavorando? Speriamo.

Il Cavaliere considera un suo successo personale la sospensione dell’IMU. Perché non dovrebbe? Ne aveva fatto il cavallo di battaglia della campagna elettorale ed è la prima misyra che il Governo sta adottando, senza neppure saper bene dove si troveranno i fondi per la copertura. La sinistra smetta di giocare sempre di rimessa con Berlusconi. Chieda, invece, al governo di farci sognare. Che so, Enrico Letta che, come JFK,  domani si alza e promette una “nuova frontiera” per l’Italia, per il lavoro, per i giovani.

Oggi manifestano a Roma, in Piazza San Giovanni, i metalmeccanici della FIOM CGIL. Un fantasma: i giornali non ne parlano. Chiedono contratti di solidarietà, investimenti pubblici, piani industriali agli imprenditori privati, propongono di estendere a tutte le aziende la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione e sollecitano un salario di cittadinanza per chi il lavoro non ce l’ha. Troppo costoso? Troppo legato alla difesa dell’esistente? Possibile. Ma ne discuta il Governo! Letta accetti la sfida. Non cda a sua volta in quella che fu l’ossessione prima di Sacconi e poi di Monti, e cioè che l’unica cosa da fare e pestare sulla testa degli operai e di chi li difende. A Epifani dico: l’importante non è che il Pd schieri le sue bandiere (come fa SEL e forse anche M5S) dietro (o con) la FIOM, l’importante è che Partito democratico e  Governo Letta non fingano di non sentire, accettino, anzi provochino il confronto.

Oggi molti giornali, e fra questi Repubblica, mostrano l’agenda rossa di Paolo Borsellino, per terra, accanto alla macchina del Procuratore, dopo la strage di via D’Amelio, ventuno anni fa. Il passato che ritorna. Anche qui, non si tratta di schierarsi dietro qualcuno. Dietro, per esempio, quei magistrati di Palermo (senza Ingroia, trasferito ad Aosta) che vorrebbero interrogare pure il Presidente Napolitano. Pare per chiedergli  se sappia cosa significhi una frase della lettera testamento che gli inviò, prima di morire d’infarto, il suo collaboratore D’Ambrosio: temo “di fungere da scudo per indicibili accordi”. No, la buona politica deve avere un suo punto di vista sui misteri della Repubblica, deve saper prendere l’iniziativa. Cominciamo, in modo umile, con l’ascoltare le vittime della mafia e delle stragi. Luigi Ciotti le riunisce tutte, almeno una volta l’anno. Alcuni di noi, deputati e senatori, hanno chiesto che la data del 21 marzo diventi giornata nazionale della memoria. Perché non proporre questo piccolo, simbolico, provvedimento al voto del Parlamento?

Infine la legge elettorale. Incombe una possibile sentenza della Consulta e il Governo vorrebbe giocare d’anticipo. Bene, ma attenti. Cosa non va di quella legge? Che non garantisce “governabilità”? Anche questo, ma per favore non giochiamo con le parole. Con la distribuzione in tre blocchi degli elettori, persino la “proporzionale pura” prevista dalla Costituzione avrebbe favorito accordi e indicato la strada per  formare un governo,meglio del Porcellum. Ma il punto vero (da non rimuovere) è che in venti anni le leggi maggioritarie non hanno garantito più governabilità. Hanno invece allontanato (eccezion fatta che per l’elezione dei sindaci)  i cittadini dalla politica e, con il porcellum,  hanno tolto loro il diritto di scegliersi i rappresentanti. Dunque non basta cambiare (ridurre) il premio. Reintroduciamo i collegi o addirittura la proporzionale preferenze. Saniamo la ferita, per favore. Torniamo al giudizio degli elettori. La governabilità verrà dopo.

Da corradinomineo.it    


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