Giornalismo sotto attacco in Italia

Quaranta giorni dalla scomparsa di Domenico Quirico, silenzio assoluto

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Silenzio assoluto. Ormai sono passati quasi quaranta giorni dalla scomparsa di Domenico (Mimmo) Quirico e ancora non ci sono notizie. Lo ha ammesso anche il ministro Bonino: “Questa mancanza di segnali non è positiva”. Non si tratta più di proteggere il riserbo delle trattative, specie dopo che il suo giornale, “La Stampa”, ha pubblicamente esposto il caso. Spero naturalmente di sbagliarmi, che cioè in questi giorni siano emerse novità, ma l’impressione è che proprio non si riescano a stabilire contatti.

La situazione in Siria, del resto, è sempre più caotica e pericolosa. C’è qualche differenza con il rapimento di Ricucci e degli altri, risolto felicemente in tempi brevi: si aveva almeno un minimo di cognizione su chi li avesse in mano, c’erano molti attivisti anche italiani impegnati nelle ricerche. Di Quirico invece non si sa niente, specie per quella abitudine di viaggiare da solo. E’ entrato dal Libano puntando su Homs. E la prima speranza di una sua scomparsa volontaria purtroppo è ormai esaurita. Mai sarebbe sparito per così tanto tempo. Quindi qualcuno lo ha fatto prigioniero, ma chi e perché? In nome della rivoluzione o per soldi? Oppure semplicemente perché non vogliono testimoni?

Si moltiplicano naturalmente gli appelli e continueremo tutti a sbandierare quel fiocco giallo in attesa del ritorno a casa. Ma intanto oggi la tv tunisina ha diffuso un video orribile: un ribelle che mangia il cuore di un nemico. L’antropofagia è purtroppo una pratica sciagurata di molte guerre. Il fatto è che quel ribelle è stato riconosciuto: si tratterebbe di Abu Sakkar, capo della brigata Farouk di Homs. Mentre mette in atto la pratica orripilante urla parole fanatiche contro il regime di Assad. Significa che ormai in Siria non è più niente sotto controllo e può succedere di tutto. E’ una guerra sanguinosa e sporca, con ottantamila morti e quindicimila dispersi, quattro milioni di sfollati. Un inferno. Senza più regole.
E quel grande inviato che è Quirico è finito proprio dentro l’inferno, a Homs. Gli era già capitato di stare in difficoltà. Speriamo fortemente che anche stavolta se la cavi, riuscendo ad uscire.


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