Ineleggibile anche per la Cassazione

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Se abbiamo compreso il senso del dibattito in corso sulla ineleggibilità di Berlusconi e l’applicazione della legge del 1957, il Pd voterà contro o comunque confermerà i voti dati in precedenza nelle commissioni chiamate a giudicare i singoli casi.  L’argomento forte sarà rappresentato dai precedenti, anche se non ci era mai capitato di sentire teorizzare, in modo pubblico, che una errata interpretazione farebbe comunque norma.

Nessuno, ma proprio nessuno, si azzarda ormai a sostenere la eleggibilità di Berlusconi, perché il testo della legge é chiaro: non sono eleggibili i titolari di concessioni pubbliche. Il cavaliere rientra in questa norma, Confalonieri, che invece é stato ritenuto il portatore della incompatibilità, non c’entra proprio nulla. Per altro chi si appresta a votare a favore, dovrebbe almeno non alzare la voce, non chiamare estremisti coloro che non sono convinti e, quanto meno, avere l’umiltà di riconosce la contraddizione.

Già che si trovano potrebbero persino proporre di abrogare la legge, perché la perpetuazione di un trucco, sarebbe mille volte peggiore della cancellazione di una legge che non si può e non si vuole applicare. Per altro la tesi difensiva, sin qui usata, e relativa alla presunta estraneità di Berlusconi agli affari di famiglia, é stata letteralmente polverizzata persino dalla Corte di Cassazione che ha riconosciuto come “il Berlusconi continuasse ad occuparsi di Mediaset anche quando era premier”.

Dal momento che questo era l’unico tribunale sin qui salvato da Berlusconi e dai suoi avvocati, cosa si inventeranno ora? Non vorremmo che questo film terminasse con la eleggibilità di Berlusconi e la ineleggibilità dei suoi giudici, toghe rosse, nere o nerissime che siano.

da “Micromega”


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