Siria: orrori e propaganda

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Quante abitazioni sono state distrutte in Siria dal 15 marzo 2011 in poi? Il 25%, il 30% del totale delle case private che esistevano prima del conflitto? O ancora di più? Il dato che citiamo ingrossandolo un po’ è vecchio… E quanti sono i morti? Marzo è stato tra i mesi più cruenti, con 6mila vittime ufficiali. Siamo fermi a 90mila caduti, come dicono le statistiche ufficiali? E gli “spariti”, cioè gli inghiottiti nella macchina di morte di un regime feroce? Vogliamo continuare a definirli tali? O non dobbiamo temere, tremare davanti all’idea che i morti in realtà non siano già più di 2000mila? Quanti sono stati raid aerei contro centri abitati, piccoli e grandi? E le fosse comuni? E quanti sono i profughi, tra interni ed esterni? Quattro milioni? Davvero? O non saranno diventati di più?

Che cos’è la Siria? Un buco nero della storia, della coscienza, del mondo? Cosa saranno diventati gli uomini, i padri, i figli, i mariti… E i bambini? Chi ha dimenticato che i bambini sono state le prime vittime di questo conflitto? Chi ha dimenticato i bambini di Daraa? E poi, chi ha dimenticato i bambini che sono stati colpiti per minacciare, ricattare i padri dei loro vicini? E le donne?

In queste ore di trepidazione per i quattro colleghi “fermati” in Siria si deve premettere vicinanza, solidarietà e speranza. Siamo con loro e aderiamo in pieno alla giustissima richiesta del silenzio. Intanto Giornalisti Senza Frontiere rende noto che in Siria 36 giornalisti sono finiti nelle segrete del regime, che quattro reporter sono scomparsi dal 2012, e si apprende di una taglia contro due di loro.

Un uomo d’affari, Fahim Sadeq, infatti sarebbe apparso alla televisione di stato siriana dicendo: “la nostra informazione dice la verità, quella legata agli insorti dice menzogne. Ecco perché vi informo che ho deciso di offrire 142mila dollari come ricompensa a chiunque consenta la cattura dei corrispondenti di al-Arabiya o di al-Jazeera”.

C’è un altro accadimento che in questi giorni purtroppo è passato quasi inosservato, un importantissimo ed efficacissimo atto del regime siriano, che avrebbe meritato molta attenzione: la signora Asmaa al-Assad, moglie di Bashar al-Assad, ha ricevuto le madri di saldati caduti in combattimento. Non ha mai nominato il marito, il presidente, il “raìss”, ha nominato solo la “patria”. “Noi, madri, sappiamo il valore della vita dei nostri figli, il bene più caro che abbiamo, sopra il quale ce n’è solo uno; il bene, la salvezza della patria.” Chiaro?

da Il Mondo di Annibale


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