Dopo le galline, il diluvio!?

0 0

di Nadia Redoglia
Il rapporto Eurispes informa che oltre la metà degli italiani non è più in grado di sostenere la famiglia. Ciò, in estrema (crudele) sintesi, vuol solo dire: disintegrazione, emarginazione…
Eh sì, perché per quanto gli indici nazionali e internazionali ci aggiornino sulle statistiche da giovane disoccupazione, licenziamenti per cinquantenni, esodati d’ogni specie, precari&affini da 400/800 euro mensili, questo rapporto entra proprio nel cuore (nel motore) dell’unica e insostituibile riserva che ci restava: la famiglia.

E’ da ben più di un lustro che l’informazione di buona volontà porta alla ribalta il fatto che la stragrande maggioranza di genitori pensionati contribuisce per buona (vitale) parte al menage familiare dei loro figli/nuore-generi/nipotini, in quanto che il monoreddito (frutto di massicci licenziamenti d’uno dei due coniugi, fenomeno per lo più ignorato dai media) non può più  bastare a sostenere una famiglia new generation da due stanze e cucina concesse da mutuo bancario.
Fino a quando si poteva pensare che quei padri e madri pensionati potessero garantire quella grossa mano a tutte le loro famiglie, fatte da figli e nipoti per i quali l’aggiungere posti a tavola è norma (miracolosa) che solo le famiglie sanno fare? Ovviamente fino alla naturale fine dei loro giorni perché, ahinoi, nelle disposizioni testamentarie sono contemplati giusto i buoni depositi, mica i buoni propositi!
Morendo loro hanno dunque a disintegrarsi, emarginarsi anche i loro discendenti? Lo stato dei fatti, per quanto camuffabile, ribaltabile, socio-politicizzabile, dimostra in estrema ratio che la risposta oggi può solo essere “sì” in spregio al costituzionale “paterfamilias” che da mo’ il welfare ha preferito commutare nel più pratico “gallina dalle uova d’oro”.
E mo’ che pure questa è morta?!


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21