Corona terrea

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di Nadia Redoglia
E diciamocelo! Ci mancava giusto (quel)la latitanza per omologargli il marchio del perfetto quaquaracquà…
In quanto italico belloccio tenebroso, per sua consapevole scelta fece il possibile per essere scaraventato nel mondo dei very italian people il cui acronimo, pur facendo VIP, nulla ha a che vedere con lo stigmatizzato “very important person” coniato oltreoceano nel secolo scorso.
La sua sfiga? L’essere appartenuto al generazionale ventennio capitanato dai “recita bene la tua parte, in questo consiste l’onore” (peraltro supportato a piene mani da tutte le testate nazionali) portato sapientemente all’eccesso niente meno che da un italico capo di governo. E fu così che il paparazzo si convinse: “se basta recitare bene (quel)la parte, avrò l’onor del mondo”. E Fabrizio bene la recitò.

La sua colpa? L’averci creduto. Ciecamente, incondizionatamente si buttò nel girone, a differenza di molti suoi omologhi che (un pelino più smaliziati) preferirono mettere “qualcosina da parte”  ché nella vita (vera) non si sa mai…
Lui s’è cuccato 5 anni di galera (che oggi però, data l’ultima performance per ottenere a pieno titolo il primo premio del qaqaquaracquà, potrebbero diventare 7).  Sono veramente tanti…

E diciamocelo! Ai Fabrizio Corona ne basterebbero molti meno per comprendere che le loro cazzate compiute credendo d’essere protagonisti, altro non sono che squallide comparsate propinategli  dagli “autentici” protagonisti di uno (tra i tanti) storico ventennio.


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