Crisi editoria. Assostampa Romana: “Occorre una forte mobilitazione”

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La Giunta e il Consiglio Direttivo dell’Associazione Stampa Romana guardano
con grande preoccupazione al momento che sta vivendo la categoria. Le
ricorrenti voci di possibili stati di crisi nei maggiori gruppi editoriali del
Paese (da Rcs a Mondadori al Gruppo L’Espresso, a quella già dichiarata al
Corriere dello Sport) preoccupano il sindacato in relazione a un mercato del
lavoro giornalistico che continua a perdere posti di lavoro senza che si
intraveda una inversione di tendenza. Il combinato disposto dell’introduzione
di nuovi sistemi editoriali (o il radicale aggiornamento di quelli esistenti)
con eventuali richiesti di stati di crisi rischia di stravolgere
definitivamente le organizzazioni del lavoro redazionali, con ulteriori
perdite di posti di lavoro e mortificazione delle professionalità esistenti.

Giunta e Direttivo ribadiscono le loro critiche agli editori, in particolare
quelli della carta stampata, incapaci di progettare nuovi prodotti e nuovi
modelli di business e concentrati solamente sulla salvaguardia dei dividendi o
sulla un gretta gestione ragionieristica dei bilanci.
Alla luce di tutto questo Giunta e Direttivo chiedono alla Fnsi di aprire una
nuova stagione di mobilitazione della categoria che, costruendo una
piattaforma generale insieme alle redazioni, ai Cdr e alle Istituzioni dei
giornalisti (Inpgi e Casagit), faccia uscire dall’angolo il sindacato
rivitalizzandone la capacità propositiva e contrattuale. In questo senso
invita la Fnsi a programmare al più presto il Free Media Day proposto dal
coordinamento dei Cdr del Gruppo l’Espresso alla Assemblea di Fiuggi. Un
appuntamento al quale Giunta e Direttivo ritengono si debba arrivare provando
a costruire un’iniziativa sindacale più complessiva che poggi su una serie di
iniziative:

1. Una richiesta di incontro con Fieg e Governo che preceda l’apertura di
qualsiasi tavolo aziendale. Bisogna impedire agli editori di isolare le
redazioni e i Cdr indebolendone il potere contrattuale. Serve un confronto a
tutto campo sulle risorse disponibili, gli assetti produttivi, le ipotesi di
sviluppo.
2. Il varo di una “unità di crisi”, coordinata dalla segretaria della Fnsi,
che veda al suo interno il coinvolgimento delle grandi Associazioni di Stampa,
di Inpgi e Casagit con l’aggiunta di esperti di economia dei media, di
progettazione editoriale e di diritto del lavoro.
3. La convocazione di una riunione con i Cdr dei grandi gruppi editoriali per
stabilire una linea di gestione di fronte alle ipostesi di ristrutturazione
che, al punto in cui siamo, se lasciate agli editori, segnerebbero la
definitiva sconfitta della categoria.
4. Un incontro con i direttori delle grandi testate nel quale chiedere a
questi colleghi di tornare a svolgere il ruolo di garante delle redazioni e
delle professionalità in esse presenti, anche alla luce del ritorno a una
discussione sulla qualità dei prodotti informativi.
5. Una forte richiesta di assunzione di responsabilità della politica anche
attraverso un confronto con ciascun attore della scena nazionale al quale
chiedere di inserire nel programma elettorale precisi impegni sulla
salvaguardia e lo sviluppo dell’informazione come pilastro della tenuta
democratica e volano della ripresa economica.


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