Monti e il Che

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di Nadia Redoglia
L’unica certezza a nostra disposizione è che Berlusconi ha capito che oggi il paese Italia sta proiettandosi, a passi da gigante, verso la “sobrietà” piuttosto che al ridanciano (all’estero leggasi “ridicolo”) e ventennale ottimismo. Deduciamo perciò che anche i suoi personali sondaggi sono (finalmente) giunti alla conclusione che pure le coriste del “meno male che Silvio c’è” e (perfino) le “vecchiette” che gli dedicarono amorevoli versi, hanno raggiunto l’ultimo stadio di confusa perplessità (la Santanché non fa testo: non gli ha mai dedicato versi in musica).

E’ dunque finita per lui? Ma va là, nessun problema!
Siccome lui di personalità ne ha una sola (dimostrata in più occasioni) proclama perciò che difficilmente si candiderà nuovamente in quanto che per far rinascere il centro destra (nella fase sobria, piuttosto che ridanciana, così come oggi privilegerebbero gli italiani)  ha già predisposto il suo successore, sobrio per antonomasia: Monti. Egli, insieme ad altri suoi (sempre suoi!) nomi di cui si fida ciecamente, saranno ottimi avversari del pericoloso comunismo che di nuovo s’avvicina!
E noi che, quanto a sobrietà, pensavamo si riferisse giusto al Monti non parvenu e puttan-burlesque!

Per piacere, prof. Mario Monti, appenda dietro alla sua scrivania il ritratto d’Ernesto Guevara!

E’ l’unico escamotage che potrebbe garantirci, almeno da qui alle prossime elezioni, il (silenzioso) sbalordimento del suo predecessore…


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