Calderoli e calde riot

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di Nadia Redoglia
Per far ridere gli amici suoi il ministro della Repubblica italiana (già noto come porcellum in campo legislativo e porcaro in campo per moschea) indossò canottiere ingiuriose contro l’Islam. Ciò gli valse, consenziente il suo (e nostro) capo dell’epoca, ben 8 anni di scorta armata.

Putin, amico fraterno del papi leader, allorché investito da omologo episodio, non se l’è sentita d’esser così crudele e, perciò, alle Pussy Riot blasfemi menestrelli pubblici (mica blasfemi ministri di repubblica) ne ha rifilati solo due: per quanto colpevoli era impensabile consentire d’averle a carico dello Stato per più tempo!
Fulminato da questa considerazione il sobrio Viminale dei tempi nostri ha così deciso d’abolire al già ministro parte della scorta armata (quella che stazionava davanti a casa sua anche se lui non c’era) a oggi costataci quasi un milione d’euro.
Paradossale vero? Senz’altro, specie per coloro che solo adesso hanno realizzato che la protezione era (e prosegue a essere) per, non da, lui.


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