Vaticano: Accuse allo Ior, cercasi altre talpe. Manovre per la successione in corso

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Lo scandalo vaticano si allarga e dopo il maggiordomo del Papa finisce sotto i riflettori anche l’ex presidente dello Ior, il banchiere Ettore Gotti Tedeschi (nella foto), appena sfiduciato dal Consiglio di Sovrintendenza della banca vaticana. Ieri pomeriggio, via web – ormai i documenti riservati vaticani finiscono direttamente sui siti d’informazione on line – è stato diffuso il memorandum, cioè il verbale, della riunione del board dello Ior firmato da Carl Anderson ( appartenente all’organizzazione americana dei Cavalieri di Colombo) con il quale veniva sfiduciato Gotti Tedeschi, ex uomo del cardinale Tarcisio Bertone.

Le accuse sono dure, come del resto era apparso fin dal primo momento. Cattiva gestione dell’istituto, assenza, scarso coordinamento con gli altri membri del board, incapacità a difendere la banca dalle accuse dei media, diffusione impropria di informazioni sullo Ior, e però anche – se non soprattutto – “la mancata spiegazione formale per la diffusione di documenti che erano in possesso del presidente”. Dunque una seconda “talpa” o giù di lì, in ogni caso una gestione tutt’altro che perfetta della privacy dell’istituto, queste le accuse. Si vedrà se Gotti Tedeschi vorrà rispondere e in che modo. Ma certo, se da una parte il quadro si completa, lo scandalo cresce anche a dismisura e finisce per coinvolgere i massimi poteri vaticani, non è affatto detto, per altro, che sia finita qua. Sull’altro fronte, quello del cameriere personale del Pontefice, le cose vanno avanti.

Alla fine il Vaticano ha fatto il nome: si è lui, Paolo Gabriele, l’assistente di camera del Papa l’uomo oggetto di indagine da parte degli inquirenti vaticani. L’uomo “rimane in stato di detenzione” – recitano le informazioni ufficiali- tuttavia “si è conclusa la prima fase di istruttoria sommaria” e “si è avviata la fase di istruttoria formale”. L’imputato si può avvalere del sostegno di due avvocati in ogni caso la fase istruttoria “proseguirà fino a che non sia acquisito un quadro adeguato della situazione oggetto di indagine, dopodiché il Giudice istruttore procederà al proscioglimento o al rinvio a giudizio”. Dai comunicati diffusi dal Vaticano trapela un’estrema prudenza.

Le indagini, infatti, confermano fonti vaticane a microfoni spenti, vanno avanti e in tutte le direzioni. Per quanto riguarda Gabriele si va verso un’incriminazione, e però restano troppi punti da chiarire: poteva un assistente di camera architettare una fuoriuscita di documenti così chirurgicamente scelti e centellinati all’esterno? Così, in queste ora si continuano a cercare altri informatori, talpe, possibili funzionari vaticani coinvolti nella vicenda. Emerge poi un particolare davvero significativo: avvocato del cameriere è Carlo Fusco, focolarino di rango, congregazione forte in Curia e assai vicina al Segretario di Stato, segno che ai piani alti del Vaticano temono che la cosa possa sfuggirgli di mano.

E’ in questo quadro altamente confuso che il Papa ieri, incontrando i fedeli dell’associazione Rinnovamento nello spirito, ha affermato, citando Gesù, che l’uomo saggio costruì “la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia”. Riferimento apparso trasparente alla tormenta che infuria sulla Chiesa e intorno ad essa. A sua volta il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, ha usato parole forti: “dobbiamo scegliere se stare sotto la bandiera del demonio o sotto quella di Gesù”, da una parte la ricchezza, la superbia i vizi, dall’altra l’umiltà, la povertà, le virtù.

Pontificato al capolinea, la crisi di governance coinvolge Benedetto XVI

Il pontificato di Benedetto XVI sta attraversando un momento di difficoltà estrema: anche perché alcuni dei maggiori protagonisti di questa vicenda sono ormai sempre più indeboliti sia dagli scandali che dall’avanzare dell’età. Ratzinger ha superato gli 85 anni e, obiettivamente, non può tenere dietro agli innumerevoli compiti di un sovrano assoluto, si percepisce ormai una certa – fisiologica – debolezza nel suo incedere, nelle sue uscite pubbliche, nei ritmi di lavoro. L’agenda del Papa è ancora piena, ma il tema della successione è nell’aria da qualche tempo. L’altro protagonista della storia è il cardinale Tarcisio Bertone. All’inizio di dicembre compirà 78 anni, è un’età alla quale generalmente – quindi al di là delle attuali turbolenze – chi ha incarichi importanti nella Chiesa va in pensione. L’età limite è di 75 anni, ma il Papa può concedere proroghe più o meno lunghe, nel caso di Bertone sta a Ratzinger decidere in un senso o nell’altro, è lui che ha in mano le sorti del Segretario di Stato.

Spesso i numerosi critici di Bertone hanno tentato di distinguere le responsabilità del Segretario di Stato dal ruolo del Pontefice, quasi a scaricare tutte sul primo le colpe dei vari incidenti di questo pontificato. Si tratta di una lettura fin troppo di parte: di sicuro fra i due ci sono differenze, ma se c’è oggi un problema di ‘governance’ nella Chiesa, questa è attribuibile a tutto intero il suo vertice, e anche molti dei ratzigneriani duri e puri, pur non dicendolo pubblicamente, mormorano – sui giornali e nei corridoi vaticani – che il Papa “è troppo debole”. Lo scontento è palpabile. E del resto le carte “uscite” dalla stanza del Papa dicono di un’insicurezza che raggiunge e colpisce Benedetto XVI.

Anche quest’ultima crisi, inoltre, è stata gestita in modo catastrofico dal punto di vista dell’opinione pubblica. La violenza con cui è stato scaricato il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, le minacce nemmeno tanto velate di quest’ultimo di dire la sua e contribuire al caos generale, ne sono un segno. Vuol dire che il Papa non è intervenuto, non ha parlato con il presidente dello Ior, non l’ha potuto convincere e a una fuoriuscita silenziosa.

Le lotte di potere, nonostante le smentite, stanno divorando i sacri palazzi. Il cardinale Angelo Sodano, ex Segretario di Stato, non ha mai mandato giù la gestione Bertone; con lui è Leonardo Sandri, oggi Prefetto della Congregazione per le chiese orientali, ex diplomatico, dato ora fra i possibili sostituti di Bertone. Non sono uomini nuovi e le loro biografie ecclesiali restano legate a storie nere come quella dei Legionari di Cristo. C’è poi in ascesa una nuova cordata genovese che vede il suo vertice curiale nel cardinale Mauro Piacenza, ultraconservatore e oggi prefetto della Congregazione per il clero, a lui è legato il nuovo patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, senza contare, per altro verso, i movimenti del cardinale Angelo Bagnasco, candidato anch’egli alla Segreteria di Stato. C’è anche la possibilità dell’ ‘interim’ al ministro degli Esteri, monsignor Dominique Mamberti che però certo non ha brillato in questi anni. Fra le personalità in ascesa, naturalmente, anche il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano fortissimamente voluto dal Papa, il cui unico problema è quello di slegarsi il più possibile dalla squadra di Cl.

* Il Mondo di Annibale


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