La monetizzazione della libertà, Cpr e dintorni
E’ morto Matteo Messina Denaro, l’ultimo super boss
Tina Merlin: una giornalista sempre tra la gente a raccontare
La memoria di Federico Aldrovandi è diventata maggiorenne. Intervista al giudice Luca Ghedini
Francesco ricorda la necessità di anteporre il “noi” all’ “io”, combattendo l’indifferenza
Articolo21 aderisce alla piattaforma della manifestazione del prossimo 7 ottobre
Buona giornata del migrante a chi cerca di riconquistare il diritto ad una esistenza dignitosa e a chi, ogni giorno, si dedica a salvare le “vite degli altri”
Questa mattina riunione dedicata a Giancarlo Siani con la partecipazione del fratello Paolo
Presentazione de “Il processo a Julian Assange: storia di una persecuzione”, con Vincenzo Vita di Articolo 21
“La memoria degli oggetti”. Lampedusa, 3 ottobre 2013. Dieci anni dopo. Un progetto di Zona e Carta di Roma
La memoria degli oggetti nasce proprio dalle cose appartenute alle persone migranti morte quel tragico 3 ottobre, repertati allora dalla polizia come corpi di reato, prove da portare in tribunale che hanno consentito di identificare le persone decedute anche grazie alle rilevazioni del DNA, di dare loro un nome e restituire dignità anche ai loro familiari. Una macchinetta rossa di un bimbo, un paio di occhiali da sole, una boccetta di profumo, uno specchio rotto, una bussola, un biglietto scritto a penna e ripiegato con cura nella tasca: oggetti di vita quotidiana, l’immagine più evidente di una umanità in fuga. Alcuni familiari hanno dovuto aspettare fino anche a 12 mesi per il riconoscimento dei corpi e anche per vedere tutelati i loro diritti, come banalmente avere un certificato di morte.