Oscurare l’orrore

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“Oscurare l’orrore” è il titolo impegnativo dell’editoriale di Mario Calabresi sulla Repubblica di oggi. Dopo settimane di pagine, foto e titoloni sulle atrocità dei terroristi e dei loro folli emulatori, il suo quotidiano ha finalmente deciso di ridimensionare la collaborazione di fatto a quella che e’ sempre stata e continuerà ad essere soprattutto una guerra mediatica. Da oggi dunque eviterà -annuncia il direttore – “le foto dei giovani terroristi in prima pagina, di mostrare le vittime e il sangue degli attentati e di  pubblicare sul sito i video più crudi e tutti quelli in cui ci sono morti e feriti”.

Non basterà allo scopo indicato nel titolo dell’editoriale, ma meglio qualcosina che niente e meglio tardi che mai. Lo stesso Calabresi riferisce, quasi volesse scusarsi di fronte al lettore, che altri soprattutto in Francia e all’estero hanno fatto di più, ma tutti noi sappiamo che in Italia c’e’ da fare i conti con una concorrenza particolarmente agguerrita quando si tratta di solleticare le reazioni emotive dei lettori e dei telespettatori, senza contare quella del web. Fatto sta che un vero ridimensionamento non può limitarsi alle foto ma deve riguardare anche la collocazione, il numero delle pagine e delle colonne per ogni articolo, lo spazio e  il tempo dedicati agli avvenimenti per la tv.

Lo spazio destinato alle vittime dovrebbe essere in ogni caso di gran lunga maggiore di quello dedicato ai terroristi, a meno che non si tratti di chiarire più di quanto si e’ fatto finora l’estraneità dei loro sentimenti di odio e di vendetta a qualsiasi autentica ispirazione religiosa.
Quanto a me, continuo a pensare allo stesso modo di quando discutevamo al Tg 2 del comportamento da tenere sui volantini delle brigate rosse. Mi auguro che l’invito di ieri del presidente Mattarella non venga inteso soltanto come rituale.


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