Francamente non stupisce che il Governo abbia respinto l’emendamento che alla Camera aveva presentato il deputato PD Piero De Luca (sulla legge di Delegazione Europea) per recepire la Direttiva Anti Slapp, contro le querele temerarie. E “chi se ne frega” se l’Italia entra in procedura di infrazione: la colpa sarà dei burocrati di Bruxelles e dell’Europa matrigna.
No, non stupisce, purtroppo, perché tra i contropoteri, i pesi e contrappesi – vitali per qualsiasi democrazia liberale per i quali questa Destra prova fastidio e manifesta ostilità – c’è la libertà di informazione.
Il Parlamento sempre più spesso espropriato, che la riforma sul Premierato indebolirebbe ancora è il primo esempio. Questa stessa riforma colpirebbe anche prerogative e ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica.
L’attacco alla indipendenza della Magistratura è quotidiano, e questa separazione delle carriere ne rappresenta il suggello. Danno fastidio i controlli, come quelli della Corte dei Conti e gli organismi e le agenzie internazionali sono considerati impacci e ostacoli da rimuovere.
Per questo non stupisce il NO a norme di tutela dell’informazione, del giornalismo d’inchiesta, contro le querele temerarie. Come non stupisce l’altra ferita ancora aperta, con il mancato recepimento e applicazione del Media Freedom Act e un servizio pubblico sempre più lontano dallo svolgere il suo ruolo.
Intervenendo in aula abbiamo detto che non affronteremo la campagna referendaria gridando al fascismo o cantando “Fischia il vento”. Ma lo faremo anche (insieme a spiegare quali sono i veri problemi e le vere necessità per una giustizia giusta) denunciando le pulsioni e i pericoli autoritari rappresentati da questa destra che si muove non come avesse vinto le elezioni, ma come se avesse “preso il potere”.
Questo è inaccettabile. E cercheremo di spiegarlo alle persone.
Dentro un mondo in drammatico rivolgimento, c’è la crisi delle democrazie (peraltro solo l’8% della popolazione mondiale vive sotto sistemi democratici). Da questa crisi si può uscire rinnovando, rigenerando e rafforzando principi e pratiche della democrazia oppure restringendoli, semplificandoli, senza corpi intermedi vitali, senza cittadinanza attiva, senza partecipazione consapevole. Facendo prevalere rapporti populisti e diretti tra il capo e il popolo. Fino ai “ pieni poteri”. Una informazione che assecondi queste tendenze, che assopisca consapevolezze e senso critico è funzionale a questo disegno.
Per quello che sarà possibile ci impegneremo in tanti: senza retorica, difendere l’informazione libera è forse la prima delle battaglie civili.
