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RFF20. Hedda, al cinema un Ibsen in chiave moderna

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Il film Hedda (2025), presentato alla XX edizione della Festa del Cinema di Roma, diretto da Nia DaCosta e interpretato da una bravissima Tessa Thompson, è l’adattamento cinematografico del celebre dramma teatrale in quattro atti Hedda Gabler di Henrik Ibsen del 1890, uno dei maggiori successi dello scrittore e drammaturgo norvegese.

Il film sposta l’ambientazione del dramma originale in un contesto più contemporaneo slegato dal rigido Ottocento ibseniano, concentrando l’azione principalmente nell’arco di una sola notte, durante una festa mondana, con fiumi di champagne e danze sfrenate, organizzata da Hedda per favorire la carriera accademica del marito, George Tesman (Tom Bateman).

Ambientato in un’epoca più recente, presumibilmente negli anni ’50, la festa si svolge all’interno di una villa borghese che diventa un palcoscenico claustrofobico, una “prigione dorata” dove le apparenze e le repressioni dominano.

La festa dovrebbe consacrare il trionfo sociale della coppia e la stabilizzazione accademica di George, ma l’arrivo di una vecchia fiamma di Hedda, Eileen Lovborg (Nina Hoss) – nell’opera teatrale questa figura è maschile (Eilert Lövborg), dunque una scelta della giovane regista – con la sua nuova compagna Thea Clifton (Imogen Poots) scatena antichi e nuovi conflitti, portando a manipolazioni, vendette e, infine, alla tragedia.

Hedda è una ventinovenne ossessionata dal successo e profondamente insoddisfatta, che si è unita in matrimonio con un uomo mediocre, che non ama, scelto soltanto per ragioni economiche.

Il personaggio ibseniano di Hedda è dipinto come una figura manipolatrice, sfrontata, ossessionata dal potere e dalla possibilità di vivere un’esistenza libera dalle strutture oppressive del matrimonio e della società.

Il film, dal canto suo, amplifica i temi del femminismo, del desiderio sessuale e dell’amore queer, rendendo l’attrazione, la rivalità tra Hedda ed Eileen, il vero cuore pulsante del dramma: l’amore impossibile e la ricerca di libertà diventano una forma di ribellione estetica contro l’oppressione.

Tuttavia, la trasposizione filmografica, con il suo approccio modernista e l’enfatizzazione delle numerose ossessioni che si susseguono durante la narrazione, rischia di mettere in ombra, a nostro avviso, la lettura psicologica dei personaggi così intensa nel capolavoro ibseniano, sacrificandone l’aderenza filologica.

Apprezzabile, d’altro canto, la scelta di ambientare in una sola notte l’intera narrazione, il che esalta la tensione drammatica.

In buona sostanza, il film è un tentativo coraggioso (riuscito) di rendere un testo classico più accessibile per il pubblico contemporaneo.

Il film sarà fruibile su Prime Video dal 29 ottobre.


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