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Le pur caute premonizioni di Pier Silvio Berlusconi in merito a una prossima scesa in campo, a mo’ del padre di più di trent’anni fa, ci raccontano tanto. Il tempo che corre di per sé costituisce un fatto significativo. Infatti, proprio la potenziale riproposizione di una simile ipotesi ci dice che il tema del conflitto di interessi è scomparso dall’orizzonte. La legge firmata dall’ex ministro Frattini nel 2004 si è rivelata una gruviera e lo stesso dibattito pubblico non sembra fare una piega di fronte ad un ulteriore schiaffo allo Stato democratico e alla divisione dei poteri. Conflitti, in verità e non solo un conflitto al singolare. Per esempio, pare non suscitare allarme la presenza (assenza di fatto) nelle aule parlamentari di un Angelucci nella proprietà di quotidiani e di cliniche private. Ma quanti, magari meno roboanti, sono i casi di conflitto di interessi nella sfera pubblica? L’annuncio di Berlusconi jr ci ammonisce di come la Storia non è detto che vada avanti. Può pure fare una svolta a U e tornare indietro. Il tutto si colloca in un quadro di attacco alla Costituzione e di arrembanti tentativi di occupare l’informazione e sottomettere la magistratura. Mediaset -questo ha inteso forse significare Pier Silvio- come evoca un detto napoletano “entra sicco e si mette e’ chiatto”. Nel governo, nella maggioranza, nella guida della destra. Prima un assaggio e poi l’attacco alla preda. Magari l’obiettivo della voce del padrone non è tanto Antonio Tajani, quanto direttamente Giorgia Meloni. Le congiure vengono sempre dai vicini…. Ma chissà. Intanto ci attendiamo una iniziativa battente e forte delle forze di opposizione.
