Il Rapporto sullo stato di diritto dell’Unione che affronta anche i temi relativi alla libertà di informazione ha clamorosamente confermato quanto ha più volte denunciato l’Associazione Articolo 21 insieme ad una vasta rete di comitati, associazioni, costituzionalisti, sindacato europeo e nazionale dei giornalisti. L’Italia non ha recepito nessuna delle raccomandazioni contenute nella precedente relazione. E in specie: non sono garantiti la tutela delle fonti e il segreto, insidiate dai recenti casi di spionaggio, intercettazioni, pedinamenti. Le querele bavaglio non hanno trovato alcun argine legislativo, anzi il Governo medesimo ha conquistato un poco invidiabile record in Europa.
La legge sulla governance Rai non è stata modificata, anzi è stata nuovamente utilizzata. Nel frattempo si sono colpite le trasmissioni di inchiesta della Rai. Nulla in materia di conflitto di interesse e di normative anti trust che pure erano state richieste nella relazione 2024. Nella graduatoria europea, dopo questo rapporto, siamo sempre più vicini all’Ungheria.
Il rapporto 2025 è ancora più significativo, perché arriva a pochi giorni dalla entrata in vigore dell’European Media Freedom Act, anche in questo caso l’Italia non solo non ha recepito le prescrizioni, ma si é ulteriormente allontanata dagli standard europei.
A questo punto è il caso di presentare esposti e denunce alla Commissione europea chiedendo che siano avviate le procedure per il monitoraggio, le ispezioni, le sanzioni, esattamente come é accaduto con l’Ungheria.
Articolo 21 promuoverà un “Comitato 8 agosto” per coordinare le diverse iniziative, promuovere un comune esposto, e indire una manifestazione unitaria nella sede del parlamento europeo.
