Giornalismo sotto attacco in Italia

Le parole di don Luigi Ciotti all’insegna della libertà di stampa e nel ricordo dei giornalisti uccisi

0 0

Giornalisti e informazione sono stati il tratto distintivo del discorso di don Luigi Ciotti alla ventinovesima Giornata della Memoria e dell’Impegno che torna a Roma dopo un po’ di anni e fa segnare un’eccellente presenza di partecipanti.

“Non ostacoliamo la ricerca della verità e la libera informazione  – ha detto don Ciotti – non ostacoliamo quei giornalisti che vogliono raccontare il male, il malaffare. Ieri abbiamo ricordato i 30 anni dalla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin che stavano cercando la verità sui veleni e sono morti”. In più passaggi viene toccato il tema dell’informazione attaccata dalla mafia e oscurata da poteri economici. Il presidente di Libera parla di monopolio nei giornali, del servizio pubblico, di argomenti difficili e oscurati, del sacrificio di Peppino Impastato, tornato tristemente di attualità con il giudizio degli studenti di Partinico: “Quei ragazzi hanno detto che Peppino era divisivo. Sì, lo era e io dico che dobbiamo esserlo tutti divisivi, dividere il bene dal male e Peppino stava dalla parte del bene. Fatevi dire dal fratello, Giovanni Impastato, chi era Peppino”. Segue una citazione attuale più che mai, quasi “necessaria”, quella della giornalista russa Anna  Politkovskaja e l’urgenza di una informazione sempre più libera in un momento in cui la realtà da raccontare è difficile e complessa. Non basta, a conclusione del suo intervento don Luigi Cotti torna sui giornalisti che hanno perso la vita per scrivere e andare a  vedere storie scomode, morti per questo senza che le famiglie abbiano ancora avuto verità e giustizia, dunque cita Andrea Rocchelli, Giulio Regeni, Mario Paciolla, Italo Toni, Graziella De Palo.
Un ricordo autorevole, un passaggio che resterà impresso a lungo e che ha dato alla giornata il senso di una giustizia necessaria per chi rischia la vita per raccontare la cronaca.

Sono stati molti i riferimenti all’attualità stringente, dal traffico di armi, all’allentamento della lotta alla corruzione per poi tornare sempre al punto: la divisione fra bene e male, il concetto da cui tutto è cominciato. Il discorso di don Luigi Ciotti è iniziato, com’era inevitabile, con il ricordo di don Peppe Diana, il parroco ucciso dal clan dei casalesi esattamente 30 anni fa, anniversario celebrato questa settimana nella sua città, Casal di Principe e nel liceo in cui insegnava.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.