Quelle spaventose telefonate alla sera

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di Giuseppe Baldessarro

«Sono brutta gente Tanino, sono gli uomini di rispetto, sono quelli della Maffia..». Era la prima volta che Gaetano sentiva pronunciare quella parola. Maffia, con due f. Dopo la morte di suo padre Vincenzo non c’era stato il tempo per piangere. Non c’era mai tempo al frantoio dell’Acqualiva dove i ritmi erano dettati dalle olive e dalla terra. Neppure per i lutti.
Annunziata e i suoi figli avevano dovuto raccogliere in fretta il loro dolore, lo avevano stipato in un angolo dell’esistenza e avevano ricominciato a percorrere il sentiero della quotidianità. Era dura. Ci si alzava prima del sole, si lavorava per alcune ore e quando gli altri ragazzi iniziavano la loro giornata a scuola, i Saffioti si erano già buttati alle spalle diverse ore di fatica. Dopo le lezioni ce ne sarebbero state altre, identiche, dure, lunghe e, non sembri un paradosso, entusiasmanti.
Aveva 15 anni quando Gaetano ha iniziato ad accorgersi che c’era qualcosa di strano, di inquieto nelle espressioni di sua madre. Arrivavano telefonate la sera. Prima occasionali, poi più frequenti. Quasi sempre a rispondere era Giuseppe, il più grande dei fratelli. Poggiava l’apparecchio all’orecchio, annuiva, parlava a bassa voce, cambiava colore, cercava la madre con gli occhi spaventati e gli porgeva la cornetta. Annunziata sussurrava qualcosa e metteva giù piano.
Quegli squilli avevano un effetto immediato inquietante, il clima cambiava rapidamente.
Un venerdì sera Annunziata afferrò il telefono con energia inusuale e inizio a parlare più forte del solito. “Ma vi rendete conto? Sono una femmina sola con sei figli, dove li prendo venti milioni? Alla banca del sapone?”. Non c’era rabbia nelle parole della madre, solo angoscia, disperazione. Tanino chiese di capire cosa stesse succedendo. E la risposta fu: “Vogliono soldi, sono brutta gente, sono quelli della Maffia”.
La parola ‘Ndrangheta non esisteva ancora. Tanino non l’aveva mai sentita pronunciare. Non sapeva cosa fosse la ‘Ndrangheta e non sapeva neppure cosa fosse la Maffia, come la chiamava sua madre. Per questo aveva continuato a cercare di scoprire la verità, tentando di mettere assieme gli elementi. “Chi sono?”…. “Mamma chi sono?”. Annunziata non sapeva come spiegare, non voleva pronunciare nomi, indicare volti. Difendeva i suoi figli non dicendo loro oltre, non potendo dire oltre. Si trattava di gente pericolosa, sanguinari senza scrupoli che comandavano da sempre e i nomi non si potevano neppure sussurrare.
Poi fatto un lungo sospiro Annunziata aveva iniziato a rovistare nella memoria cercando di trovare le parole giuste. E aveva iniziato a raccontare di quando suo padre era andato a prenderlo alla colonia estiva perché lo avevano minacciato. E gli aveva detto anche che “l’incendio del frantoio, la notte della Befana del ’71, non era stato causato da un corto circuito, ma da qualcuno che li aveva voluti male, un dispetto di vendetta”. Così gli aveva detto.
Tanino non ha mai saputo se sua madre pagò la richiesta estorsiva arrivata per telefono. O meglio, non ha mai saputo quanto pagò e in che forma. Seppe poi che rivoltasi ad alcuni parenti, erano stati loro a tentare di trovare un punto di mediazione, un compromesso. A Palmi comandava “U lupu i notti”. Il boss Gaetano Parrello in città faceva il bello e il cattivo tempo, era la legge. A lui dovevi rivolgerti se volevi “aggiustare” le cose, con lui bisognava parlare per “sistemarle” al meglio. Bisognava cercare “U lupu i notti”.
Parrello lo hanno ammazzato come un cane, quasi dieci anni dopo, il 25 settembre del 1986. Due giovanotti gli si affiancarono con la macchina e gli scaricarono contro le armi mentre era con la figlia Concetta e i tre nipoti. Tra l’odore della polvere da sparo, in un lago di sangue, ha smesso di determinare i destini della gente. Sangue che avrebbe poi chiamato altro sangue, in una faida con i Gallico. Tanino all’epoca delle telefonate non lo sapeva ancora cos’era la Maffia, né chi erano i Parrello, e non conosceva neppure i Condello e i Gallico. All’epoca non lo sapeva, ma li avrebbe incontrati tutti.

(3 – continua)

Da mafie


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