Marino Sinibaldi, già direttore di Radiotre, spiega ad Articolo 21 le ragioni per cui ha sottoscritto l’appello, promosso da numerosi intellettuali, contro la partecipazione della casa editrice Passaggio al Bosco a Più Libri Più Liberi, fiera della piccola e media editoria in corso di svolgimento in questi giorni a Roma.
I valori della Costituzione, dell’anti-fascismo, della dignità della persona e del rispetto verso il prossimo, a suo dire, non possono mai essere messi in discussione, come non può essere messa in discussione la Resistenza e non possono essere posti sullo stesso piano i due fronti. Si tratta, dunque, di una battaglia contro l’omologazione, contro l’acquiescenza, contro il silenzio dei tanti, troppi che assistono inerti all’ascesa di formazioni e soggetti “culturali” contro i quali un tempo si sarebbe vista ben altra mobilitazione. Fra i due fronti, noi sosteniamo quello di ZeroCalcare, il quale ha scelto di disertare l’evento per non confondersi con la suddetta casa editrice (come lui hanno fatto Augias, Giannini e altri). Rispettiamo, ovviamente, anche chi ha scelto comunque di partecipare, ma in questo caso ci poniamo una domanda: ha senso battersi contro la deriva in atto se non si è disposti a rischiare in prima persona, rinunciando anche a qualcosa? Capiamo che sia una questione delicata, che coinvolge la sfera più intima di ciascuna e ciascuno di noi e delle nostre coscienze, ma è innegabile che sia il tema dei nostri giorni, dirimente proprio perché straziante e ineludibile.
