Il presidente Mattarella ha telefonato alla mamma di Alberto Trentini, il volontario e cooperante veneziano rinchiuso in un carcere venezuelano da oltre un anno.
Lo aveva già fatto all’inizio di questa tragedia, che sta seguendo da vicino, con quella discrezione e quel senso di umanità che sono state e sono la cifra della sua presidenza, sempre comunque, dovunque.
Non si tratta di una telefonata ordinaria, perché il presidente, prima di manifestare la solidarietà Sua e della nazione, verifica con cura ogni dettaglio, ogni informazione.
Su Alberto avrà raccolto solo testimonianze di chi parla di una persona buona, gentile, che ha dedicato la vita alle vite degli altri, come ricordano sempre amiche e amici, chi ha studiato con lui, chi ha condiviso l’esperienza di cooperante,chi lo ha conosciuto all’università di Ca Foscari, chi lo ha frequentato nella parrocchia di Sant’Antonio a vogliamo pensare che il presidente abbia voluto rispondere all’appello lanciato dalla mamma Armanda, al quale ha dato voce Ottavia piccolo, a nominare Alberto, a dare un segnale, ad alimentare la speranza.
Questa telefonata, alla vigilia di Natale é stato un gesto buono e giusto.
Ora spetta a ciascuno di noi continuare a lottare nella speranza che a casa trentini arrivi la telefonata attesa da oltre un anno, quella che annuncerà la sua liberazione,
