Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha appena inviato un forte segnale ai decisori politici europei. Ieri, nella loro prima sentenza in assoluto sulle condizioni di lavoro dei giornalisti in Europa, le tre componenti del CESE – sindacati, datori di lavoro e società civile – hanno unito le forze per chiedere misure concrete contro la preoccupante precarietà dei giornalisti, che rappresenta una seria minaccia per la democrazia. La relazione, adottata mercoledì a larghissima maggioranza in plenaria, invita la Commissione europea e i governi degli Stati membri ad adottare misure concrete a sostegno della professione.
Sebbene promosso dalla componente sindacale del CESE, il parere d’iniziativa, intitolato “Diritti del lavoro per giornalisti e professionisti dei media come garanzia dell’indipendenza e della veridicità dell’informazione” , ha ricevuto un ampio sostegno dai rappresentanti delle altre due componenti, datori di lavoro e società civile, durante la votazione plenaria del Comitato di mercoledì. La relazione è stata adottata con 209 voti favorevoli, 4 contrari e 11 astensioni.
La relazione del CESE, supportata da numerose fonti oggettive, tra cui il Media Pluralism Monitor e i dati raccolti dal Consiglio d’Europa e dalle piattaforme MFRR per la sicurezza dei giornalisti, rileva il rapido aumento della precarietà della professione in Europa, in tutte le sue forme: deregolamentazione sociale ed economica, aumento della precarietà lavorativa, pressioni di ogni genere, mancato rinnovo dei contratti collettivi, violenza verbale e fisica, intensificazione del lavoro, peggioramento generale dei problemi di salute mentale nelle redazioni, ecc.
Di fronte a questa drammatica situazione, che minaccia il diritto dei cittadini all’accesso alle informazioni, il rapporto si apre con una serie di 13 raccomandazioni concrete, come l’adozione di una direttiva europea sui rischi psicosociali sul lavoro, l’attuazione effettiva del nuovo regolamento europeo sulla libertà dei media, il sostegno finanziario all’industria dei media di fronte al predominio delle grandi piattaforme online statunitensi, la promozione del dialogo sociale al fine di ottenere accordi collettivi a tutela dei diritti dei liberi professionisti, la regolamentazione dell’uso dell’intelligenza artificiale nei media, ecc.
“Il voto schiacciante di ieri a favore della relazione del CESE sulle condizioni di lavoro dei giornalisti in Europa invia un segnale cruciale”, ha affermato Maja Sever , presidente dell’EFJ: “I datori di lavoro hanno unito le forze con i sindacati e la società civile per denunciare la precaria situazione lavorativa dei giornalisti, che minaccia lo Stato di diritto e la democrazia in Europa. La Commissione europea e i governi devono rispondere a questo appello unanime: è necessario adottare misure urgenti per consentire ai giornalisti di continuare a svolgere il loro lavoro e garantire così il diritto dei cittadini ad accedere a un’informazione libera, indipendente e pluralistica”.
“I giornalisti si trovano spesso a fronteggiare condizioni di lavoro precarie che impediscono loro di svolgere correttamente il proprio lavoro”, ha aggiunto José Antonio Moreno Diaz , membro del gruppo Lavoratori del CESE e relatore. “In quanto garanti essenziali della libertà di informazione, è fondamentale impegnarsi per condizioni migliori. Ciò include la salvaguardia della loro integrità personale, del benessere mentale e dell’ambiente di lavoro, promuovendo al contempo il dialogo sociale e la contrattazione collettiva nel settore dei media”.
“Troppi giornalisti svolgono lavori precari, senza un’adeguata previdenza sociale o i diritti fondamentali del lavoro”, ha insistito Christian Moos , membro del gruppo Organizzazioni della società civile del CESE e correlatore. “Non possiamo aspettarci un giornalismo coraggioso quando le persone da cui contiamo per informarci sono a loro volta prive di tutela”.
L’EFJ invita le autorità pubbliche dell’Unione europea e degli Stati membri ad adottare misure immediate in merito alle 13 raccomandazioni concrete esposte all’inizio della relazione e ad attuarle il prima possibile, in consultazione con le organizzazioni dei giornalisti.
Qui il rapporto integrale
https://europeanjournalists.org/wp-content/uploads/2025/12/EESC-Report-Labour-rights-for-journalists.pdf
