Giornalismo sotto attacco in Italia

Il calcio come propaganda

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Si potrebbe scrivere una storia parallela del calcio raccontando la sua battaglia per cercare di rimanere indipendente e libero dal potere. Una battaglia spesso persa, a volte in modo rovinoso. È successo durante il fascismo, per esempio, quando il calcio è stato usato come efficace strumento di propaganda. Lo sport più diffuso sul pianeta, più radicato nella cultura popolare è stato vittima di ogni tipo di dittatura. Facile comprenderne le ragioni: la sua capillare diffusione apre strade facilmente percorribili ai linguaggi, ai simboli e ai messaggi propagandistici. Il potere aspira al controllo del calcio per poterlo utilizzare a suo piacimento. E specchiarvici.

È questo l’obiettivo dello sport washing al quale fanno ampio ricorso i regimi autoritari del mondo arabo: usare il calcio, anche in questo caso, per costruire un’immagine che sia capace di nascondere i diritti umani violati, la democrazia negata, lo scempio di vite umane. È già accaduto con i Mondiali giocati in Qatar, succederà di nuovo con i mondiali assegnati all’Arabia Saudita.

La Fifa, il massimo organismo mondiale del calcio, sembra aver deciso quale strada percorrere: assoggettare il calcio alla logica del massimo profitto e del minimo rispetto dei valori dello sport. In barba alla passione dei suoi tifosi.

Gianni Infantino, presidente della Fifa, è la più limpida espressione del dirigente sportivo che calpesta la sua dignità e quella dello sport che dirige a livello planetario; che calpesta la sua indipendenza e la sua libertà mettendo il calcio al servizio dei potenti e dei più ricchi. La pantomima americana del sorteggio mondiale lo conferma in modo inequivocabile. Infantino ha deciso di autodenunciarsi come adulatore servile. Il dubbio di cadere nel ridicolo con la consegna a Trump di un premio per la pace istituito per l’occasione, non lo ha minimamente attraversato. Mai era successo nella storia del calcio e dei Mondiali che un Presidente Fifa si trasformasse in cerimoniere di corte.

Per colpa di Infantino il calcio, lo sport, hanno perso un’altra volta. Cosa? L’ indipendenza, la libertà e quella straordinaria forza che Nelson Mandela aveva così bene individuato e descritto quando affermò che “lo sport può cambiare il mondo”.

Non sappiamo ancora se l’Italia giocherà questi Mondiali. Quello che sappiamo con certezza è che Trump cercherà di appropiarsene, con la complicità di Infantino, e utilizzarli per la sua propaganda quotidiana. Come un autocrate.

 

 

 

 

 

 


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