Giornalismo sotto attacco in Italia

Un patto nato a Copenaghen

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Al Vertice di Politica Europea di Copenaghen, Italia e Francia si sono presentate come promotrici del nuovo Patto Europeo contro la Droga, una delle iniziative più ambiziose dell’Unione degli ultimi anni. L’obiettivo è chiaro: costruire un fronte comune europeo contro il traffico di cocaina che attraversa il continente, dai porti sudamericani fino alle coste atlantiche.

Perché proprio Italia e Francia?

Perché oggi l’Italia rappresenta la principale porta d’ingresso della cocaina in Europa, mentre la Francia ne è il mercato più redditizio.


Italia – Il cuore logistico del traffico

In Italia, il porto di Gioia Tauro rimane la principale centrale operativa del traffico di cocaina.
Le organizzazioni criminali albanesi, alleate con la ’Ndrangheta calabrese, hanno costruito un sistema logistico complesso che collega l’America Latina al Mediterraneo, passando per l’Adriatico.
Le inchieste del 2025 hanno rivelato l’uso di container modificati, comunicazioni criptate e reti di riciclaggio del denaro che operano attraverso imprese di costruzioni e trasporti con sede in Albania e in Italia.
Negli ultimi anni, i gruppi albanesi non sono più semplici intermediari, ma partner diretti nella gestione del traffico.Nei primi otto mesi del 2025, le autorità italiane hanno sequestrato oltre 28 tonnellate di cocaina, una parte consistente delle quali proveniva da rotte che attraversano l’Albania e i Balcani occidentali.


Francia – Il mercato che esplode

Sul fronte opposto del Mediterraneo, la Francia è ormai l’epicentro del consumo e della distribuzione della cocaina in Europa occidentale. Secondo l’Osservatorio Francese delle Droghe (OFDT), nel 2023 oltre 1,1 milioni di cittadini francesi hanno consumato cocaina almeno una volta nell’anno – il doppio rispetto al 2022. Nel 2024, le autorità hanno sequestrato 47 tonnellate di cocaina, contro le 23,5 tonnellate dell’anno precedente: un record storico. I porti di Le Havre e Dunkerque sono diventati nuovi hub di ingresso per i carichi provenienti dall’America Latina. Le autorità francesi hanno identificato reti albanesi strutturate e operative a Marsiglia, Lione, Grenoble e Bordeaux, strettamente connesse con le organizzazioni italiane e i gruppi balcanici di fornitura.

 

L’economia della cocaina – Un mercato miliardario

Nel 2025, il prezzo medio della cocaina in Italia varia tra 55.000 e 70.000 euro al chilo, mentre in Francia può raggiungere gli 80.000 euro.
Dal punto di partenza in Sud America fino alle strade di Parigi o Milano, il margine di profitto supera il 300%. Solo nell’estate del 2025, le operazioni congiunte di Europol, Guardia di Finanza e SPAK hanno portato al sequestro di oltre 23 tonnellate di cocaina e all’arresto di decine di individui, molti dei quali di nazionalità albanese.


Le reti albanesi sotto i riflettori

Oggi le reti criminali albanesi figurano tra gli attori più potenti del traffico di cocaina in Europa. Dai porti dell’America Latina fino all’Africa occidentale, la droga viaggia attraverso l’Albania per poi raggiungere l’Italia, il Belgio, i Paesi Bassi e la Francia. Le strutture albanesi operano con una disciplina quasi militare: catene familiari, codici cifrati e un modello organizzativo decentralizzato che rende estremamente difficile smantellarle. Nei più recenti rapporti delle autorità italiane e francesi, i gruppi albanesi sono descritti come “primi attori del mercato europeo della cocaina”, insieme alla ’Ndrangheta e ai cartelli colombiani.

Il Patto di Copenaghen – Una risposta strategica

Il Patto di Copenaghen, promosso da Italia e Francia, nasce come risposta politica a un fenomeno transnazionale che minaccia la sicurezza e l’economia europee.
Il documento prevede:

  • un sistema integrato di scambio d’intelligence,
  • controlli doganali coordinati,
  • misure congiunte per interrompere i flussi finanziari dei gruppi criminali.
L’obiettivo non è solo ridurre il traffico, ma colpire le radici economiche e logistiche del narcotraffico, in particolare quelle legate alle reti albanesi e alla ’Ndrangheta.

Conclusione – L’Europa chiude il cerchio
Con questo patto, Italia e Francia intendono ristabilire il controllo sui corridoi mediterranei e atlantici del traffico di cocaina, spezzando la catena che unisce la produzione latinoamericana ai mercati europei. Nel nuovo scenario, l’Albania non è più solo una zona di transito, ma un nodo strategico del sistema criminale europeo.
Dal porto di Gioia Tauro a Le Havre, da Tirana a Marsiglia, la guerra alla cocaina non è più solo una questione di polizia: è una sfida politica ed economica che determinerà la sicurezza futura dell’Europa. E il messaggio lanciato dal Patto di Copenaghen è chiaro: la battaglia contro la droga si vince solo colpendo i legami che uniscono il Mediterraneo ai Balcani.

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