Perché proprio Italia e Francia?
Perché oggi l’Italia rappresenta la principale porta d’ingresso della cocaina in Europa, mentre la Francia ne è il mercato più redditizio.
Italia – Il cuore logistico del traffico
In Italia, il porto di Gioia Tauro rimane la principale centrale operativa del traffico di cocaina.
Le organizzazioni criminali albanesi, alleate con la ’Ndrangheta calabrese, hanno costruito un sistema logistico complesso che collega l’America Latina al Mediterraneo, passando per l’Adriatico.
Le inchieste del 2025 hanno rivelato l’uso di container modificati, comunicazioni criptate e reti di riciclaggio del denaro che operano attraverso imprese di costruzioni e trasporti con sede in Albania e in Italia.
Negli ultimi anni, i gruppi albanesi non sono più semplici intermediari, ma partner diretti nella gestione del traffico.Nei primi otto mesi del 2025, le autorità italiane hanno sequestrato oltre 28 tonnellate di cocaina, una parte consistente delle quali proveniva da rotte che attraversano l’Albania e i Balcani occidentali.
Francia – Il mercato che esplode
Sul fronte opposto del Mediterraneo, la Francia è ormai l’epicentro del consumo e della distribuzione della cocaina in Europa occidentale. Secondo l’Osservatorio Francese delle Droghe (OFDT), nel 2023 oltre 1,1 milioni di cittadini francesi hanno consumato cocaina almeno una volta nell’anno – il doppio rispetto al 2022. Nel 2024, le autorità hanno sequestrato 47 tonnellate di cocaina, contro le 23,5 tonnellate dell’anno precedente: un record storico. I porti di Le Havre e Dunkerque sono diventati nuovi hub di ingresso per i carichi provenienti dall’America Latina. Le autorità francesi hanno identificato reti albanesi strutturate e operative a Marsiglia, Lione, Grenoble e Bordeaux, strettamente connesse con le organizzazioni italiane e i gruppi balcanici di fornitura.
L’economia della cocaina – Un mercato miliardario
Nel 2025, il prezzo medio della cocaina in Italia varia tra 55.000 e 70.000 euro al chilo, mentre in Francia può raggiungere gli 80.000 euro.
Dal punto di partenza in Sud America fino alle strade di Parigi o Milano, il margine di profitto supera il 300%. Solo nell’estate del 2025, le operazioni congiunte di Europol, Guardia di Finanza e SPAK hanno portato al sequestro di oltre 23 tonnellate di cocaina e all’arresto di decine di individui, molti dei quali di nazionalità albanese.
Le reti albanesi sotto i riflettori
Oggi le reti criminali albanesi figurano tra gli attori più potenti del traffico di cocaina in Europa. Dai porti dell’America Latina fino all’Africa occidentale, la droga viaggia attraverso l’Albania per poi raggiungere l’Italia, il Belgio, i Paesi Bassi e la Francia. Le strutture albanesi operano con una disciplina quasi militare: catene familiari, codici cifrati e un modello organizzativo decentralizzato che rende estremamente difficile smantellarle. Nei più recenti rapporti delle autorità italiane e francesi, i gruppi albanesi sono descritti come “primi attori del mercato europeo della cocaina”, insieme alla ’Ndrangheta e ai cartelli colombiani.
Il Patto di Copenaghen – Una risposta strategica
Il Patto di Copenaghen, promosso da Italia e Francia, nasce come risposta politica a un fenomeno transnazionale che minaccia la sicurezza e l’economia europee.
Il documento prevede:
- un sistema integrato di scambio d’intelligence,
- controlli doganali coordinati,
- misure congiunte per interrompere i flussi finanziari dei gruppi criminali.
Conclusione – L’Europa chiude il cerchio
