La Procura di Roma ha aperto un’indagine sugli attacchi con droni, gli arresti illegittimi e gli abusi subiti dagli attivisti della Global Sumud Flotilla (GSF).
La missione internazionale era salpata a fine agosto con l’obiettivo di rompere il blocco israeliano su Gaza e portare aiuti umanitari alla popolazione civile palestinese.
L’annuncio arriva negli stessi giorni in cui da Gaza emergono nuove prove di torture e mutilazioni sui corpi dei prigionieri palestinesi restituiti da Israele, alimentando le denunce delle organizzazioni umanitarie sui crimini di guerra in corso.
Secondo il team legale della delegazione italiana, le indagini sono state affidate ai pubblici ministeri Lucia Lotti e Stefano Opilio. Tutto nasce a seguito delle denunce presentate da trentasei attivisti e attiviste italiani della Flotilla, tra cui quella più recente di Tony La Piccirella.
Pesanti i reati ipotizzati, che comprendono tentato omicidio, naufragio volontario, atti di pirateria, violazioni della sicurezza marittima, sequestro di persona, maltrattamenti, tortura
L’apertura dell’indagine rappresenta un passo importante verso l’accertamento delle responsabilità degli attacchi e degli abusi denunciati dagli attivisti contro una missione umanitaria e pacifica.
Intanto, nonostante gli annunci di cessate il fuoco, i bombardamenti su Gaza continuano.
Nelle ultime ore, un minibus colpito da un drone ha causato la morte di sette bambini e due donne, mentre i bombardamenti hanno provocato altri cinquantasette vittime civili.
Il genocidio a Gaza prosegue da oltre due anni, con attacchi sistematici contro ospedali, scuole e rifugi. Ad essere colpite e distrutte anche le infrastrutture essenziali.
La popolazione civile, nonostante la fame e la distruzione, continua a resistere e rivendicare il proprio diritto all’esistenza. La Global Sumud Flotilla è partita a fine agosto, accompagnata da una vasta mobilitazione internazionale. Numerose piazze in Italia e nel mondo hanno sostenuto la missione e denunciato il blocco illegittimo su Gaza.
Le azioni legali avviate in rappresentanza degli attivisti e delle attiviste della flottiglia si inseriscono in questo percorso di resistenza civile e solidarietà internazionale.
L’obiettivo è utilizzare tutti gli strumenti giuridici per difendere i diritti umani e mantenere alta l’attenzione mediatica sul dramma di Gaza.
(Da Radio Bullets)
