Giornalismo sotto attacco in Italia

Genova, una jihad contro le donne

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(Il brano che segue è tratto dal romanzo di Roberto Bertoni “Raccontami ogni cosa. Genova, per non dimenticare”, uscito il 15 ottobre per Santelli.

CRATERI

Penso spesso a lei, che all’epoca era una studentessa dai lineamenti dolci, bellissima anche se non appariscente. Penso a lei perché mi ha preso l’anima. L’ho rivista in una foto recente, sono andato a cercarla sui social: è ancora bellissima e apparentemente felice. Quando guardo quelle foto, quando ascolto i suoi racconti, quando cerco di immergermi in quella realtà che non posso e non voglio capire, mi rendo conto che è tutto finito. Esistono, infatti, due forme di stupro: quello fisico, sempre esecrabile, e quello verbale, talvolta, forse, addirittura peggiore. Io ho subito una violenza fisica notevole, ma cosa volete che sia in confronto a ciò che ha subito lei? Conosco l’obiezione: questi paragoni non hanno senso. È probabile, ma non me ne importa nulla. Ce l’hanno per me ed è giusto che io possa sfogarmi, almeno qui, come meglio credo. In quel cratere globale che ha inghiottito tutto e tutti in soli cinquanta giorni, in quei crateri che ancora sono lì, come macerie fumanti, ho pensato spesso alle ragazze di Bolzaneto. Perché anche la vagina, a pensarci bene, è un cratere, e quei mostri gliel’hanno esplorata come facevano i medici ad Auschwitz. Ecco, se c’è un aspetto di Genova che proprio non riesco a togliermi dalla testa è la barbarie contro le donne, il punto cruciale di tutti i fascismi. Penso a quelle donne trattate unicamente come buchi da riempire, chiamate ripetutamente “troie”, “zecche”, costrette ad aver paura, a subire sputi in faccia, a vedersi tirare i capelli, a vedersi odiare solo perché magari portavano i rasta, a subire le stesse manganellate degli uomini. 76 | roberto bertoniLe violenze, almeno quelle, sembravano quasi essere democratiche, ma non lo erano. Se esiste un cratere in quei cinquanta giorni, quel cratere ha il volto delle donne: delle ragazze di Genova, delle impiegate di New York, delle hostess dei voli dirottati dai terroristi. E a pestare, a uccidere, a distruggere erano quasi sempre uomini assetati di sangue. Vagine, ribadisco, vagine. So che reiterare il concetto può dar fastidio ma è esattamente quello che voglio: dare fastidio, scandalizzare, sconcertare. Perché quelle ragazze ridotte, come detto, a buchi, spogliate moralmente e fisicamente, prese a pugni, costrette a stare con la faccia contro il muro, ignorate, anzi aggredite, mentre piangevano, quelle ragazze costituiscono il simbolo di questo nostro tempo d’abisso. Di quella mattanza, certo, ma anche di tutto ciò che ne è seguito. Ho riguardato a lungo le immagini di quei giorni e contro le donne la cattiveria era, se possibile, ancora maggiore. Perché un uomo che alza la testa dà fastidio, ma se ad alzare la testa è una donna questo, per quei mostri, è inconcepibile. E sapete perché adesso vanno in onda speciali, escono libri, se ne parla e se ne straparla? Perché, per assurdo, anche se può sembrare impossibile, quelle ragazze hanno vinto. Hanno perso tutte le battaglie ma la natura, donna anche lei, le ha portate a vincere la guerra. Questa guerra, dichiarata ovviamente da uomini che hanno fatto del machismo la loro cifra esistenziale, quelle ragazze l’hanno vinta. L’hanno vinta perché la natura si è ribellata e ha sommerso le stupide certezze di chi prendeva in giro chiunque si opponesse a una globalizzazione che già allora stava devastando l’ambiente. L’hanno vinta perché la questione migratoria, anche lei raccontami ogni cosa | 77donna, almeno nella declinazione, è diventata centrale nel dibattito pubblico. E l’hanno vinta, più che mai, perché la questione femminile è diventata un argomento da cui nessun partito, per quanto non ne esistano quasi più, può chiamarsi fuori. Hanno vinto, ecco perché oggi se ne parla. E a me piace pensare che abbia vinto soprattutto lei, quella studentessa stremata a Bolzaneto della quale, forse per la mia naturale inclinazione a parteggiare per gli oppressi, mi innamorai all’istante. Ha vinto lei perché non è diventata una carogna: ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Ha vinto lei. Ma i crateri rimangono. E, se possibile, si sono addirittura ampliati.


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