Giornalismo sotto attacco in Italia

Come immagino il prossimo Presepe in Piazza San Pietro

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Immagino il prossimo Presepe in Piazza San Pietro sempre ricco di luci e coreografie, ma con una novità: la capanna vuota e disastrata, con la scritta plurilingue poggiata su quel che resta della mangiatoia: ‘’Bambinello morto per carestia. Famiglia evacuata’’.  E una musica angelica interrotta ciclicamente dalle sirene antiaeree. Lo so, non si farà mai; troppo provocatorio. Fioccherebbero le accuse al Vaticano di essere di parte, antisemita, pieno di tonache rosse, eccetera.

Meglio che tutto rimanga come sempre: i riti servono a esorcizzare la realtà. Non è successo niente. I palestinesi si estingueranno o si sposteranno o saranno rinchiusi in riserve. Non è successo niente. È normale che un popolo debole venga sopraffatto da uno più forte. Ognuno continui a celebrare il proprio dio di pace e amore. Nessuna incoerenza: la bontà nel tempo che profuma di incenso, la guerra nei villaggi distrutti che puzzano di macerie. Tranquilli, abbiamo fatto sempre così. Non è successo niente.

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