È di colore azzurro, come il cielo e come il mare, richiami espliciti alla libertà. È alto quattro metri e per farlo uscire dal laboratorio dove è stato creato, all’interno del manicomio di San Giovanni a Trieste, si è dovuto sfondare un architrave. Da quel momento – era il 1973 – Marco Cavallo è simbolo della lotta per l’abolizione dei manicomi, portando fuori dai muri delle istituzioni la dignità dei pazienti e i loro desideri di libertà, come stabilito dalla Legge 180 ispirata dallo stesso Basaglia e dai suoi primi compagni di questa nuova avventura. Dopo essere stato un’icona della chiusura dei manicomi, ha cominciato ad andare al trotto nelle carceri, negli ospedali psichiatrici giudiziari, nei campi profughi, nelle scuole, negli ospizi, in tutte le istituzioni totali, continuando a battersi potente e coraggioso contro l’esclusione, le diseguaglianze, i potenti, le porte chiuse, i confini insormontabili.
Marco Cavallo è tornato ora a viaggiare per denunciare le ingiustizie e le sofferenze dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio, strutture che oggi continuano a rappresentare luoghi di segregazione e luoghi dove si consumano vere e proprie tragedie, non ultimi i suicidi. Lo scorso mese di marzo ha nitrito contro la detenzione e la violenza sociale presso il CPR di corso Brunelleschi, a Torino.
Questa mattina, 5 settembre, presso il Circolo della Stampa di Trieste, è stato presentato ufficialmente il suo nuovo viaggio che percorrerà parte dei dieci CPR presenti in Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi luoghi di detenzione che sono visti come simili, per la loro disumanizzazione, ai vecchi manicomi, quei manicomi che Franco Basaglia, lo psichiatra ispiratore della Legge 180, apostrofò come veri e propri lager, concludendo: “finché c’è il lager, nessuna terapia è possibile”. L’ambiente di privazione, punizione e mancanza di dignità di un lager è incompatibile con un approccio terapeutico che miri al benessere e alla cura delle persone. Per questo a promuovere il viaggio di Marco Cavallo, evidenziando l’estrema urgenza di chiudere i Cpr per l’assenza di diritti e umanità, ma soprattutto per la grave trascuratezza della salute sia fisica, sia mentale di chi in essi è costretto, assieme a decine realtà associative è principalmente il Forum Salute Mentale, nato nel 2003 come “piazza” di raccordo e confronto di chi sente il bisogno di promuovere ancora quella rivoluzione basagliana che molti vogliono già spegnere. Per questo l’iniziativa non certo partitica, ma politica sì (nel senso più profondo del suo significato), rientra nell’ambito della Campagna “#180benecomune” per rilanciare il diritto alla salute per tutti.
Nel pomeriggio di oggi, presso il Cinema Ariston e in collaborazione con Trieste Film Festival – Alpe Adria Cinema, sarà presentato il progetto di Marco Cavallo con la proiezione del documentario “Noi siamo gli errori che permettono la vostra intelligenza”, introdotto dalla direttrice artistica del Trieste Film Festival Nicoletta Romeo e alla presenza della regista Erika Rossi. Il film è dedicato all’Accademia della Follia, la compagnia teatrale composta da “matti di mestiere e attori per vocazione”, che nasce negli anni ’70 a Trieste ad opera di Claudio Misculin, regista, attore e “mattattore”, nell’ambito della rivoluzione basagliana.
Il grande cavallo azzurro intraprenderà pertanto un nuovo cammino per accendere i riflettori sui diritti negati, sull’assenza di umanità e sulla disumanizzazione che caratterizza i CPR. L’iniziativa – per sostenerla e per ricevere ulteriori informazioni si può cliccare su www.forumsalutementale.it – si presenta con l’intento di cambiare la narrazione attraverso l’arte, la musica, la cura e la partecipazione.
La prima tappa è in Friuli Venezia Giulia: il ritrovo a Gradisca d’Isonzo, in piazza Unità, è per sabato 6 settembre, alle ore 10.00, da dove partirà il corteo che raggiungerà il CPR a Borso santa Maria Maddalena, dove sono previsti gli interventi del Forum Salute Mentale e delle altre realtà promotrici e aderenti all’iniziativa, tra cui Articolo 21.
Il viaggio, frutto di un lavoro collettivo che sta coinvolgendo associazioni, gruppi e cittadini in ogni parte del Paese, prevede cinque tappe successive:
• 20 settembre: Milano,
• 27 settembre: Roma,
• 3 ottobre: Palazzo San Gervasio (PZ),
• 8 ottobre: Brindisi,
• 10 ottobre: Bari.
In ogni città si terranno iniziative pubbliche, incontri e momenti di confronto, raccontati tappa dopo tappa sul Forum Salute Mentale e seguiti da giornalisti italiani e internazionali.
Il regista Giovanni Cioni documenterà l’intero percorso per realizzare un film che custodisca e diffonda le voci raccolte lungo la strada.
Durante il viaggio verranno consegnate alle persone trattenute nei Cpr lettere scritte da chi sostiene l’iniziativa, per portare loro un messaggio di vicinanza e speranza.
L’evento di Gradisca prevede l’accompagnamento di Marco Cavallo con bandiere fatte di tessuti di scarto, che verranno presentate e distribuite in piazza prima della partenza del corteo: sono un simbolo di dignità e creatività anche nelle condizioni più dure. Un atto politico e poetico: ogni cucitura è un legame, un incontro tra materiali diversi, come le vite che si intrecciano anche in un luogo di detenzione.
Insomma, Marco Cavallo continua a lottare per gli esclusi. E noi con lui.
