Il parlamento delle Maldive sta esaminando una proposta di legge che potrebbe mettere il bavaglio all’informazione indipendente concedendo al governo poteri ampi e discrezionali per controllare e regolamentare le attività degli organi di stampa.
La proposta di legge prevede la sostituzione degli attuali due organi di vigilanza, eletti in modo autonomo, con un unico comitato di sette membri, tre dei quali di nomina presidenziale e gli altri quattro teoricamente indipendenti ma revocabili con un semplice voto di sfiducia del parlamento.
Il comitato avrebbe il potere di imporre correzioni a contenuti online sgraditi, di imporre multe fino all’equivalente di 1600 euro a chi non dovesse conformarsi alle sue decisioni e di sospendere portali ed emittenti radiotelevisive oggetto di denunce fino all’esito delle indagini. La diffusione di non meglio definite “notizie false” diventerebbe un reato penale.
A fine agosto i giornalisti e le giornaliste indipendenti delle Maldive hanno organizzato presidi di fronte al parlamento, sciolti dalla polizia con la forza e con brevi periodi di arresto.
“Se la proposta di legge verrà approvata, torneremo all’era pre-democratica”, ha dichiarato Mohamed Junayd dell’Associazione dei giornalisti e delle giornaliste delle Maldive.
Già oggi le Maldive sono al posto numero 104 del World Press Freedom Index. Nel 2021 erano al settantaduesimo. Il peggioramento della situazione si deve alle aggressioni e alle minacce di morte, non solo online, fattesi sempre più frequenti negli ultimi anni.
