“Per quanto riguarda gli italiani, il turismo è legato alle buste paga. Se non si interviene sul cuneo fiscale, se non si lasciano più soldi in tasca, c’è poco da fare”.
Deve averlo certamente detto qualche pericoloso sovversivo che vuole contestare i dati del “va tutto bene madama la marchesa” forniti quotidianamente dal governo Meloni e rifilati agli italiani dai telegiornali della Rai, TG1 in testa naturalmente.
E invece no. Lo dice il presidente degli Albergatori, Bernabò Bocca, alla vigilia di un Ferragosto che rappresenta l’ultima speranza per il turismo balneare in Italia.
Se gli italiani stanno sempre meglio, la disoccupazione non esiste e tutti hanno più soldi in tasca, per quale misterioso motivo le spiagge, anche le più rinomate, sono ancora semideserte, si trova posto in albergo anche per il 15 agosto, e ombrelloni e lettini sono sempre più vuoti? Picchi di minori presenze in luglio che vanno dal 15 al 25%, anche in regioni propriamente “di mare” come l’Emilia-Romagna e la Calabria. Sono dati ufficiali forniti dalle associazioni di categoria.
L’aumento delle presenze in montagna – un trend iniziato dopo il Covid e sempre in crescita – non compensa il bilancio finora magro del turismo estivo, sul quale pesa anche un 20% in meno di turisti americani.
Il parere più diffuso è: questa è la dimostrazione della crisi del ceto medio. I soldi sono sempre meno e si riesce a fare al massimo qualche fine settimana dal venerdì alla domenica. Spiega ancora Bocca: «Per carità, ci sono delle eccezioni, ma al 90% i dati sono negativi rispetto al 2024».
L’altra faccia della medaglia è la coriacea resistenza degli stabilimenti balneari, una corporazione che riesce con ogni governo a non fare applicare una direttiva europea per la quale l’Italia è da tempo sottoposta a procedura di infrazione. Tutti insieme hanno deciso una politica di aumento dei prezzi non compatibile con la situazione economica del Paese. Non si trova a meno di 70 euro in nessun lido, ovunque, un ombrellone con sdraio e lettino. Servizi mediamente scarsi, atteggiamenti aggressivi come proibire di consumare una colazione portata da casa, e riduzione drastica delle spiagge libere attrezzate.
Insomma, il costo medio per una settimana al mare è aumentato del 12% rispetto al 2024, tra rincari di ombrelloni, lettini, parcheggi e ristorazione.
Il bilancio si farà a settembre e forse il turismo straniero sarà decisivo, ma la nostra analisi si basa su un dato oggettivo già chiarito dai flussi estivi della popolazione italiana: stipendi fermi da tre decenni, la stragrande maggioranza dei contratti non rinnovati, il decadimento dell’industria manifatturiera soprattutto negli ultimi anni senza un piano industriale, la precarizzazione del lavoro, il decadimento delle competenze, la delocalizzazione della produzione, la benevolenza verso l’evasione fiscale (che ha toccato l’apice con il governo Meloni) sono tutti fattori di impoverimento oggettivo della vera “pancia” della popolazione. Si lavora abbastanza, ma si è pagati una miseria e spesso per poche giornate al mese. E allora, se riesco ad avere i soldi per tre giorni di vacanza, vado in Croazia, in Grecia, o pure in Spagna se trovo un volo last minute a pochi euro con una compagnia low cost.
Riportare il lavoro al centro della politica: è solo questa la soluzione all’impoverimento altrimenti inesorabile. Il lavoro in chiave attuale, le professioni non sostituibili dalle macchine, i servizi alle famiglie e l’assistenza agli anziani, il design che ancora sappiamo fare meglio di tutti, il turismo accogliente, che guadagna ma non specula e si adegua alle esigenze delle varie generazioni. Eravamo maestri in questo; adesso è finita anche quella specialità.
Una lezione che ci viene e ci parla con forza da questa estate nera per l’economia, e nera anche per avere un governo che mantiene attaccata alla poltrona una ministra del Turismo muta da oltre un anno, inquisita, rinviata a giudizio e palesemente dannosa per un settore che, da quando eravamo bambini, sentivamo definire “il petrolio d’Italia”. Una ministra politicamente molto nera anche lei, naturalmente.
